ROMA – Il Parlamento nazionale ha approvato all’unanimità una legge che prevede le statistiche di genere: grazie alle rilevazioni periodiche dell’Istat, sarà possibile incrociare le informazioni con i centri antiviolenza e le case rifugio, per cercare di contrastare il più possibile il fenomeno del femminicidio.
Soddisfatta la prima firmataria, la senatrice Pd Valeria Valente che è anche presidente della commissione Femminicidio. “La legge – ha detto – ci darà la possibilità di aggredire meglio il fenomeno della violenza contro le donne e di intervenire, attraverso banche dati interconnesse, prima che dai reati spia si arrivi all’escalation del femminicidio. In questo senso è una legge storica, perché colma un vuoto importante. È stato un lavoro di gruppo e per questo ringraziamo i ministri Bonetti, Lamorgese, Cartabia e Speranza, l’Istat, il Grevio e tutti i gruppi politici”.
La legge risponde almeno in parte a un fenomeno che sembra inscalfibile nonostante molte leggi. E il QdS bene lo ha spiegato in più occasioni rilevando come seppure siano state inasprite le pene (vedi il Codice Rosso), è necessario che colui che può commettere un femminicidio venga accompagnato in un percorso di recupero sociale e psicologico già contestualmente alle prime avvisaglie di un comportamento criminale, trattando il fenomeno alla stregua di altre patologie.
Anche se questa legge si sforza di conoscere meglio questo fenomeno, dunque, molto ancora resta da fare. “Noi con questa legge chiediamo – ha concluso Valente – ogni volta che siamo di fronte a un reato spia, agli ufficiali di Polizia giudiziaria, ai pronto soccorso, ai procuratori, a tutti i soggetti coinvolti nella notizia di reato di rilevare la relazione tra autore e vittima”.