La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito di attività investigativa svolta dai Carabinieri della Stazione di Sant’Alfio a carico di un 30enne di Giarre, indagato per i reati di atti persecutori e incendio, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dal medesimo Comando.
Le indagini coordinate dal pool di magistrati specializzati nelle indagini per i reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte continue condotte vessatorie che sarebbero state poste in essere dall’uomo nei confronti della moglie, una 27enne del posto.
Le indagini sono state avviate dai carabinieri in seguito ad una prima denuncia sporta quest’estate dalla donna, separata di fatto dal marito dal luglio 2022, la quale ha riferito che avrebbe subito da parte dell’ex marito ripetute condotte persecutorie che, seppur non ancora sfociate in violenze o minacce, sarebbero consistite in pressanti richieste di incontri.
In particolare, il 27 luglio scorso, l’indagato si sarebbe presentato presso l’abitazione dei genitori della donna, dove quest’ultima dimorava, ed avrebbe chiesto di parlarle, sdraiandosi a terra e rifiutando di allontanarsi se lei non avesse soddisfatto la sua richiesta.
La donna, nella circostanza, oltre a rifiutarsi di parlargli, avrebbe ribadito che non voleva essere disturbata e, al contempo, gli avrebbe intimato di andarsene perché altrimenti avrebbe chiamato i carabinieri. Il 30enne si sarebbe quindi recato in una strada vicina, per poi introdursi furtivamente nell’abitazione ormai disabitata della nonna della 27enne, dove quest’ultima, dopo aver sorpreso l’ex sul terrazzo interno ed averlo avvertito che avrebbe chiamato i carabinieri, riusciva a farlo allontanare definitivamente.
Nei giorni seguenti il 30enne avrebbe tuttavia messo in atto altre sgradite incursioni, con l’obiettivo di avere ancora accesso a quella abitazione, dove in passato i due avevano convissuto, nonostante la separazione di fatto con la moglie avrebbe preteso di continuare a dimorare perché ancora residente.
A metà agosto l’indagato, passando alle vie di fatto, si sarebbe presentato all’una di notte presso l’abitazione della ex moglie affermando che non sapeva dove pernottare e pretendendo che l’ex moglie gli aprisse l’abitazione di sua nonna.
Il 30enne, dopo aver spostato con la forza alcuni mobili posizionati dietro alla porta di ingresso, sarebbe entrato nel predetto immobile e poi aperto tranquillamente ai carabinieri intervenuti su richiesta della donna, riferendo loro che sarebbe rimasto, presso la sua residenza, solo per pochi giorni.
All’apice delle sue condotte il 30enne, lo scorso 5 settembre, si sarebbe reso responsabile di un episodio gravissimo ovvero avrebbe provocato un incendio a seguito del quale l’abitazione della nonna della 27enne andava distrutta.
L’indagato, nella circostanza, al rifiuto dell’ex di corrispondergli la somma di denaro di 60 euro, avrebbe dato fuoco alla casa della nonna dell’ex dandosi immediatamente alla fuga sotto gli occhi increduli della 27enne che ai carabinieri intervenuti indicava la direzione presa dal 30enne trovato in effetti accovacciato, come per nascondersi, sotto un muretto delimitante la strada ed ancora in possesso di due accendini.
L’indomani la donna ha presentato nuovamente querela nei confronti del 30 enne per atti persecutori e pertanto, sulla base degli elementi indiziari compendiati dall’Arma di Sant’Alfio all’autorità giudiziaria a carico del 30enne, il Gip etneo emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti.