La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito delle attività investigative a carico di un 36enne del luogo, indagato per i reati di atti persecutori e lesioni personali nei confronti dell’ex convivente, ha richiesto e ottenuto nei suoi confronti il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari.
A emettere il provvedimento, eseguito dai carabinieri della stazione di Aci Castello (CT), è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo. Tale misura è stata poi successivamente sostituita con quella del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla persona offesa.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati specializzati in materia di reati di violenza di genere, seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno fatto luce sulle condotte del 36enne.
Il catanese si sarebbe reso responsabile di reiterate minacce, molestie e in una circostanza anche di aggressione fisica nei confronti dell’ex fidanzata. Questi comportamenti vessatori sarebbero iniziati con la convivenza e sarebbero proseguiti al termine della relazione (aprile 2022).
In sintesi il rapporto tra i due, già irrimediabilmente deteriorato per via dell’aggressività verbale, della prepotenza e delle continue denigrazioni del compagno, sarebbe ulteriormente degenerato a seguito della decisione del Tribunale civile, che aveva affidato il figlio minore a entrambi i genitori, regolamentando l’esercizio del diritto di visita.
Il 36enne quindi, sfruttando proprio l’opportunità di vedere il figlio, si sarebbe garantito le occasioni propizie per perseguitare la ex, attraverso molestie telefoniche, appostamenti e pedinamenti, che spesso si sarebbero conclusi con minacce gravi, insulti e imprechi anche in presenza del bambino.
In particolare l’uomo, lo scorso settembre, al momento di riportare il figlio alla residenza materna, avrebbe prima minacciato la donna dicendole: “Domani con la tua testa ci giocheremo a pallone”, per poi colpirla al volto, causandole lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.
Ancora, nel mese di novembre, lo stalker avrebbe dato appuntamento alla signora nella scuola del figlio e dopo averle chiesto di seguirlo in un luogo più appartato, le avrebbe mostrato una pistola che teneva nascosta nei pantaloni.
La donna, più volte minacciata, offesa e spaventata da possibili ulteriori aggressioni fisiche, sarebbe così piombata in uno stato di ansia e di costante paura per l’incolumità propria e dei suoi congiunti.
Immagine di repertorio