Cronaca

Violenza sessuale, due nuovi casi registrati in Sicilia

Due nuovi episodi di violenza sessuale hanno sconvolto la Sicilia: uno riguarda una paziente abusata da un operatore sanitario ad Agrigento, un altro gli abusi su una bambina di undici anni da parte di un sedicenne, nel bagno di un centro commerciale di Palermo.

La ragazzina ha infatti raccontato ai genitori di esser stata costretta a subire abusi da un sedicenne con il quale aveva fissato un appuntamento via chat lunedì scorso.

I genitori hanno presentato un esposto alla polizia che ha identificato e denunciato il giovane. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore per i minorenni, Claudia Caramanna.
Gli abusi sarebbero avvenuti lunedì quando la ragazzina aveva deciso di incontrare il sedicenne con cui chattava già da qualche tempo su due social network, TikTok e Instagram.

Per quanto riguarda l’episodio di Agrigento, invece, l’operatore sanitario, in servizio presso una struttura di riabilitazione convenzionata con l’Asp, è stato arrestato in flagranza di reato, dai Carabinieri.

In attesa dell’udienza di convalida, è stato posto – su disposizione della Procura – ai domiciliari.

La vittima è stata sentita fino a tarda notte nella stanza “rosa” – quella che è adibita all’audizione delle donne vittime di violenza – del comando provinciale dell’Arma.

Gli investigatori si sono avvalsi di mezzi di ripresa audio-video che “hanno permesso di registrare altri e diversi episodi di violenza sessuale”, come ha reso noto la Procura di Agrigento. Ma, “per ovvie ragioni di privacy, si ritiene di dovere mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda” ha sottolineato il procuratore capo Luigi Patronaggio.

I Carabinieri del Norm già da tempo – stando a quanto è emerso – stavano tenendo d’occhio la struttura di riabilitazione ed erano stati piazzati sistemi di ripresa audio e video.

Nell’ottobre scorso un altro operatore sanitario in servizio nell’Oasi di Troina, nell’Ennese, era stato arrestato per violenza sessuale nei confronti di una disabile, positiva al covid, rimasta poi incinta.

Lo stupro era avvenuto durante il primo lockdown, quando l’istituto di riabilitazione era stato dichiarato “zona rossa” proprio a causa dell’alto numero di contagi.