Cronaca

Violenza su donne disabili, la polizia: in 2 anni commessi 230 reati tipici

In due annualità ,1 ottobre 2020 – 30 settembre 2021 / 1 ottobre 2021 – 30 settembre 2022, sono stati commessi 230 reati tipici della violenza di genere su donne con disabilità, come i maltrattamenti contro familiari o conviventi e la violenza sessuale e gli atti persecutori (stalking) sono stati, rispettivamente 50 e 21 episodi. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in occasione della celebrazione della “Giornata internazionale delle persone con disabilità” che si celebra il 3 dicembre.

Giornata dedicata alla violenza contro le donne disabili, si legge in una nota, vittime di discriminazioni multiple, nella loro qualità di donne e persone con disabilità, di una violenza che talvolta è feroce e crudele ma sempre ignobile. In questi casi le donne tendono infatti ad essere esposte alla violenza per periodi prolungati nel tempo, in ragione del loro stato di vulnerabilità ed isolamento, della limitata capacità di difendersi, di fuggire, di chiedere aiuto e di essere credute.

Il caso scoppiato all’Oasi di Troina

In Sicilia, durante il lockdown, una giovane donna affetta da una grave forma di deficit cognitivo che si trovava ricoverata presso una struttura sanitaria, avrebbe subito ripetute violenze sessuali da parte di un operatore a cui era affidata la sua cura. Nessuno ha denunciato e gli abusi sarebbero rimasti sconosciuti se la donna non fosse rimasta incinta. Solo a quel punto, infatti, la struttura sanitaria ha comunicato lo stato di avanzata gravidanza ai familiari della donna, facendo emergere tutto il doloroso vissuto della vittima.

È solo una delle tante storie di violenza nei confronti di donne con disabilità che l’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza registra nella sua attività contro ogni forma di crimine d’odio.

Le storie drammatiche, si legge ancora nella nota, sono quelle dell’approfittamento della condizione di disabilità delle vittime che risultano, spesso più delle altre donne, impossibilitate a denunciare quanto accaduto per timore di ritorsioni o di perdere il supporto della persona che si prende cura di loro o per la stessa difficoltà di riconoscere l’abuso. Le donne con disabilità sono dunque vittime delle stesse forme di violenza che colpiscono le altre donne ma con conseguenze spesso amplificate in ragione della loro particolare vulnerabilità. Da qui la notevole cifra di sommerso che contraddistingue tali reati e la necessità di tenere alta l’attenzione su un fenomeno che rimane celato, sconosciuto se non addirittura negato.