Politica

Violenza su donne, Roccella: “Governo c’è, nostra stretta non è del giorno dopo”

”Vorrei rassicurare l’onorevole Picierno su un punto: il pacchetto di norme in dirittura d’arrivo non è ‘del giorno dopo’. È frutto della consapevolezza di un’urgenza che ha portato il governo, già nella sua prima Finanziaria, ad aumentare di un terzo i fondi per il piano anti-violenza, e quindi per i centri e le case rifugio. È il prodotto di una riflessione che coinvolge tre ministeri (Pari Opportunità, Interno e Giustizia) per capire quali sono i nodi su cui intervenire; dov’è che le buone leggi che abbiamo non raggiungono l’obiettivo, dove si producono le smagliature e gli errori applicativi”. Lo scrive in una lettera a ‘La Stampa’ la ministra per la Famiglia Eugenia Maria Roccella replicando alla vicepresidente del Parlamento Ue Pina Picierno che aveva invitato il governo a stringere un patto contro la violenza sulle donne.

Ma vengo al punto. L’alleanza trasversale sulle misure contro la violenza è praticata da sempre, come è accaduto per esempio sul codice rosso promosso da Giulia Bongiorno, e in tante altre occasioni. Lo stesso provvedimento che stiamo per varare parte anche dal lavoro di altri governi e della commissione d’inchiesta sul Femminicidio, così come dall’esperienza dei centri anti-violenza e di coloro che operano sul campo, senza dimenticare l’osservatorio che riunisce associazioni, sindacati, enti, e quel mondo vasto e trasversale del quale l’onorevole Picierno raccomanda il coinvolgimento”, aggiunge.

”Noi ci siamo, e il centrodestra lo ha sempre dimostrato: sulla violenza non c’è colore politico o logica di schieramento che tenga – aggiunge – Se vogliamo però che questa alleanza sia davvero efficace, dobbiamo analizzare la realtà e guardarla in faccia per intero. Dobbiamo capire che la violenza discende dal tentativo di controllare il corpo della donna attraverso forme vecchie e nuove che si intrecciano e sovrappongono, forme sempre più insidiose. In molte aree del mondo ci sono donne che combattono a costo della vita per andare a scuola, per uscire di casa senza essere scortate dai maschi di famiglia, per non subire mutilazioni genitali terribili, o semplicemente per andare a capo scoperto: si tratta di schiacciare una libertà femminile ritenuta intollerabile”.