Cronaca

Violenza su minori, arrestato sacerdote nell’Ennese

Un sacerdote delle Diocesi di Piazza Armerina, don Giuseppe Rugolo, è stato arrestato dalla Squadra mobile di Enna per violenza sessuale e atti sessuali con minorenni commessi quando era seminarista e anche dopo la sua ordinazione.

La Procura gli contesta l’aggravante dell’aver approfittato delle presunte vittime a lui affidate per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica.

Il Gip, accogliendo la richiesta del procuratore Massimo Palmeri e dei sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo, ha emesso un’ordinanza agli arresti domiciliari.

Le indagini erano stata avviate lo scorso dicembre dopo la denuncia di un giovane alla squadra mobile.

Decine le persone sentite nell’inchiesta, tra le quali, oltre al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane, ora maggiorenne aveva chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite.

La giovane vittima aveva già denunciato i fatti proprio al presule di Piazza Armerina, che in un primo momento aveva assicurato alla famiglia l’ammonimento scritto e il trasferimento del parroco che ha gestito un’associazione con centinaia di giovani.

Il Tribunale ecclesiastico aveva aperto un procedimento canonico che si sarebbe concluso per difetto di competenza, perché i fatti, secondo la sentenza della Chiesa, sarebbero avvenuti quando ancora Rugolo era seminarista.

Al sacerdote erano poi stati sequestrati pc e telefonini al termine di una perquisizione che la Polizia di Ferrara ha effettuato nel seminario, dove il prete si trova attualmente, dopo esser stato allontanato dalla parrocchia di Enna, apparentemente per motivi di salute.

Tre le presunte vittime

Sono tre le presunte vittime, all’epoca dei fatti tutti minorenni. Oltre al giovane che avrebbe subito violenza sessuale e che ha denunciato, ci sarebbero altri due ragazzini vittime di abusi.

Il primo caso è emerso appunto dopo la denuncia della vittima alla squadra mobile di Enna, gli altri due durante le indagini.

Per questo la Procura di Enna ha lanciato un appello “invitando le eventuali altre presunte vittime a denunciare”.

Violenze dai sedici ai vent’anni

Il giovane, nella sua denuncia, ha raccontato di violenze subite tra il 2009 ed il 2013, da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20 anni. La Procura ha delegato le indagini alla squadra mobile che ha svolto attività tecnica, sentendo decine di persone informate sui fatti, trovando elementi di riscontro alla ricostruzione della vittima.

Diversi potenziali testimoni da anni non vivono più ad Enna per studio o lavoro e sono stati sentiti da personale delle squadre mobili di varie Questure d’Italia.

Intercettazioni e perquisizioni

Oltre a intercettazioni ed alle tecniche investigative di tipo tradizionale, la polizia ha effettuato perquisizioni domiciliari e accertamenti informatici alla ricerca di elementi di prova. Grazie al prezioso lavoro della Polizia Postale i contenuti dei numerosi supporti di memoria, computer e telefono cellulare sono stati sequestrati, duplicati da un consulente tecnico nominato dalla Procura e analizzati dalla squadra mobile di Enna.

I riscontri in telefoni e pc

E questo, secondo l’accusa, ha permesso agli investigatori di trovare ulteriori riscontri al racconto del denunciante.

Durante le indagini sono emerse nuove ipotesi di reato, abusi, che sarebbero stati commessi dal sacerdote nei confronti di altri due minorenni, nei confronti dei quali l’indagato ha svolto ruolo di guida spirituale.

La Procura alle vittime, “Denunciate”

La Procura di Enna “non esclude che possano esserci altre potenziali vittime” e ha rivolto loro “un appello” invitandoli a “denunciare alla polizia quanto eventualmente subito”.