VITTORIA – L’ex sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, è stato assolto, con formula piena, in appello dall’accusa di corruzione elettorale. L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e la successiva ispezione prefettizia portarono allo scioglimento degli organi elettivi, con una Commissione prefettizia che ha governato la città di Vittoria per tre anni e cinque mesi.
La sentenza di assoluzione è stata accolta con sollievo da Moscato, che ha sottolineato il danno subito dalla sua città a causa di accuse infondate. Dopo essere stato scagionato, l’ex primo citadino ha tenuto un comizio pubblico insieme agli esponenti politici locali e al senatore Salvo Sallemi e al deputato regionale di FdI, Giorgio Assenza, ribadendo le sue critiche verso chi lo ha accusato ingiustamente e chiedendo un confronto pubblico con il sindaco Francesco Aiello sullo scioglimento del comune.
Moscato, alcuni giorni dopo l’insediamento a Palazzo Iacono, si era recato con Assenza in prefettura a chiedere lumi sulla proroga a una ditta di rifiuti in odore di interdittiva antimafia. La Prefettura di Ragusa lo aveva autorizzato “perché il servizio di igiene urbana non si può interrompere”. Ma la stessa Prefettura di Ragusa, sulla base dell’indagine ‘Exit Poll’, aveva dato il via libera all’allora ministro Minniti e poi al Governo guidato da Giuseppe Conte di sciogliere il Comune di Vittoria. In quel periodo erano stati sciolti anche il comune di Scicli, Racalmuto e Siculiana, sempre per questioni di smaltimento di rifiuti, vittime di complotti poi svelati dal lavoro dell’ex presidente Antimafia, Claudio Fava.
Durante il comizio, Moscato ha puntato il dito contro “il ministro bibitaro del Governo Conte uno”, reo di essere il mandante dello scioglimento del Comune di Vittoria con la complicità di “un deputato palermitano coinvolto nel caso Montante, del senatore Giarrusso, del M5S locale e di un giornalista a cui è stato dedicato lo scioglimento”. Di Maio aveva dedicato lo scioglimento del Comune di Vittoria al giornalista Paolo Borrometi.
“Non sono i Cinque Stelle il mandante politico, narrazione errata”, queste le dichiarazioni di Stefania Campo, deputata regionale, di Filippo Scerra, deputato alla Camera, di Federico Piccitto, coordinatore provinciale, e di Nuccio Di Paola, coordinatore regionale, del M5S, che hanno dato il loro punto di vista sugli ultimi fatti accaduti.
“Pur comprendendo sul piano umano le tribolazioni e le difficoltà vissute in questi anni dall’avvocato Moscato – hanno commentato i portavoce del M5S -, non possiamo accettare che venga spacciata alla comunità vittoriese come verità una falsa ricostruzione dei fatti accaduti nella quale il M5S viene indicato come il ‘mandante politico’ di un provvedimento che non ha, e non poteva avere, alcuna natura di discrezionalità di carattere politico. Le vicende oggetto del provvedimento di scioglimento, tra l’altro, riguardano anche il periodo dell’amministrazione Nicosia, periodo storico durante il quale il M5S non svolgeva ancora alcun ruolo istituzionale di governo, né a livello comunale nè a livello nazionale”.
“Il M5S dovrebbe chiedere, da forza responsabile e seria, di scavare sino in fondo sulla vicenda di Vittoria – ha detto dal canto suo Sallemi -. La commissione antimafia regionale guidata da Claudio Fava nella scorsa legislatura ha messo nero su bianco le regie e le volontà politiche relative agli scioglimenti di diversi Comuni”. “La comunità vittoriese e anche le istituzioni in primis hanno il dovere di capire chi ha soffiato ‘politicamente’ sul fuoco dello scioglimento”, ha sottolineato Moscato.