Una cosa è praticamente certa delle prossime elezioni: l’astensione. Al di là degli appelli al voto, dei sermoni di Mattarella sull’importanza dell’Europa, e quelli di Salvini che dice che l’Europa non serve, ma che a lui il voto gli serve, al di là della personalizzazione di Giorgia e della spersonalizzazione di Conte, il risultato praticamente certo è l’allontanamento degli Italiani dalle urne. Ad oltre trent’anni da Tangentopoli siamo sempre allo stesso punto, disordine dei poteri, corruzione, non risoluzione dei problemi, perdita di credibilità dell’Italia, perdita del potere di acquisto delle famiglie, e debito, sempre, maledettamente crescente.
Non crescono al contempo i salari e i servizi, anzi, vedi sanità, cominciano a decrescere, inversamente alla crescita dell’età media della popolazione. Nel film d’esordio di Ficarra e Picone, “Nati stanchi”, erano i giovani il problema, ora siamo stanchi ma vecchi.
Scandali veri o presunti tali dal Nord di Genova al Sud di Bari, scambismo politico, a volte mafioso, sia a destra che a sinistra, si è passati dalla superiorità morale all’inferiorità mentale. Ne abbiamo provati di pseudo partiti o leader, forze nuove o usati riciclati, niente, tutti hanno deluso le aspettative. Soprattutto quella principale degli italiani, l’idea che esiste qualcuno, un Deus ex machina, che metta tutto a posto, idea di assoluta deresponsabilizzazione.
Ma perché andare a votare allora? Qualcuno vi dice per manutenere l’esercizio della democrazia. In effetti questo è vero, la democrazia senza voto è un ossimoro, poi ci si abitua senza, con l’uomo forte o addirittura senza, basta Amazon o Google a dirci come vivere. Teoricamente si dovrebbe andare a votare per le idee in campo, e qui c’è la peggiore crisi italiana, l’assenza di idee, di creatività, che per un popolo che non ha i missili nucleari americani, nonostante l’atomica l’abbia inventata Fermi, o le materie prime russe o cinesi è un dramma. L’idea d’Europa, nonostante ci controlli da anni e l’euro lo abbiamo in tasca, è lontana, ma ormai anche i voti di provincia italiani lo sono. Tra poco sarà percepito inutile anche votare il sindaco o il capo condominio dopo le truffe sulle facciate. Eppure l’idea del suffragio universale, anche alle donne come ci ha fatto vedere la Cortellesi, sembrava una conquista, un bel gioco democratico. Però ogni bel gioco dura poco, ma dopo? Quien sabe. Io comunque andrò a votare, per me è un’abitudine della testa che non riesco a perdere, forse è un vizio, il mare, magari quello di Lampedusa, può attendere.
Cosi è se vi pare.
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