La macchina organizzativa è stata avviata per l’evacuazione, limitata alla zona rossa intorno al porto dell’isola, che comincerà ufficialmente domani, a causa dei fumi con gas, anidride carbonica e solforosa che fuoriescono anche in più punti alle pendici del cratere.
“A Vulcano, nelle Eolie, i dati sono stabili e in qualche caso in regressione. Da tenere sotto controllo i valori del gas”, dice il sindaco Marco Giorgianni che fa il punto della situazione e manifesta un certo ottimismo: “entro il mese grazie al gran lavoro in sinergia con Ingv, Protezione civile, Commissione Grandi Rischi e Asp contiamo di venirne fuori…”. I 250 isolani sono già mobilitati per avviare il trasferimento dalle case situate nella zona rossa del Porto di Levante e dintorni (potranno rimanere solamente coloro che non abitano al piano terra delle villette a più piani) dalle 6 alle 23. Poi di giorno, si potrà frequentare la stessa area. Tra le località prescelte per trasferirsi nelle seconde case, da parenti, amici o nelle strutture ricettive, Piano, Gelso e Vulcanello.
Per queste famiglie l’ordinanza sindacale quantifica il contributo mensile per l’autonoma sistemazione, stabilita in 400 euro per i nuclei mono familiari, 500 euro per i nuclei composti da due persone, 700 euro per quelli composti da tre unità, 800 euro per i nuclei composti da quattro o più unità. Nell’isola in questi 30 giorni non potranno sbarcare turisti, mentre lo potranno fare i pendolari per lavoro. “Speriamo di uscirne presto da questa situazione – confessa il parroco Lio Raffaele – certo la gente è preoccupata. Ma sappiamo bene di vivere e convivere in un’isola vulcanica che già nel passato recente ha scatenato questi fenomeni”.
Emanuele Carnevale, ingegnere e “patron” del lido nella spiaggia nera dell’Asino è cauto: “l’attività del cratere di queste settimane ci preoccupa – dice – ma ritengo che il nostro vulcano neppure stavolta ci tradirà”. Francesco Italiano, direttore della Sezione Ingv di Palermo – già noto alle Eolie per aver guidato il team che ha scoperto i sistemi idrotermali sottomarini a Panarea e dintorni, legati al vulcanismo e che ospitano comunità di microrganismi capaci di vivere in ambienti estremi, considerati l’anello di congiunzione fra il mondo abiotico e la vita – a proposito di Vulcano, ricorda che “al momento il serio problema è rappresentato dalla massa di gas aumentati a dismisura. Dopo aver monitorato la parte geochimica dell’isola è stato accertato che i valori giornalieri da 80 tonnellate sono lievitati a 480. Ecco perché è rischioso vivere nella zona rossa dove odore e calore sono segnali ai quali non bisogna essere esposti. Elementi che fanno capire che è meglio non dormire lì”.
La sezione di Palermo dell’Ingv ha installato quattro stazioni geochimiche per la misura del flusso di CO2 dal suolo e della concentrazione di CO2 in aria, che si vanno ad aggiungere alla rete già esistente, e una stazione Multigas per il rilevamento di CO2 e SO2. Contestualmente, l’Osservatorio Etneo ha installato sette nuove stazioni sismiche, di cui sei posizionate sull’isola di Vulcano e una nell’adiacente isola di Lipari, a integrazione di quelle esistenti. (ANSA).