Dal 24 febbraio dello scorso anno – giorno in cui la Federazione Russa ha invaso l’Ucraina – abbiamo sentito il giovane presidente Zelensky – ex attore comico, quindi abituato alla scena – fare proclami di vittoria. Si è inebriato per il forte appoggio degli Stati Uniti, poi del via vai dei capi di Stato europei, che gli hanno reso visita, e lui stesso ha fatto il giramondo per acquisire consensi e mettersi in mostra.
Ma tutto questo ambaradan ha avuto una vittima ineluttabile: il popolo ucraino, che ha subìto violenze e privazioni inaudite e di ogni genere e ancora oggi vive in uno stato di enorme precarietà.
Il tempo ha logorato lo stesso Zelensky, il quale, però, non si rende conto che continua a perdere terreno, perché Joe Biden lo ha di fatto mollato, tutti i Paesi europei hanno continuato a rinviare l’invio di proiettili e di armi e le stesse risorse finanziarie che gli sono pervenute fino a oggi – pare che superino i quattrocento miliardi di dollari – stanno affievolendo il flusso, cosicché la situazione si aggrava giorno dopo giorno.
I proclami del giovane e inesperto presidente – “Vinceremo la guerra e ripristineremo i confini precedenti” – sono destinati a diventare fumo che si perde nell’aria, perché questo obbiettivo è irraggiungibile.
Dal Paese e dal Popolo sorge sempre di più una profonda insoddisfazione perché metà di esso non vive più, privo energia, reti fognarie e idriche, di gas e altro.
Peraltro, lo stesso Zelensky avrebbe dovuto prepararsi alle elezioni di primavera, che però ha preferito rinviare sine die per effetto della Legge marziale in vigore; quella Legge marziale che, ricordiamo, gli ha permesso di cacciare dal Parlamento un quarto dei suoi oppositori che non l’avevano votato.
Insomma, la situazione si fa sempre più grave e via via che i giorni passano si capisce che i sostenitori di Zelensky lo stanno scaricando, preparandosi a fare finire questa insana guerra, che ha fatto una quantità immensa di morti e danni non soltanto alla stessa Ucraina, ma a tutti quei Paesi che hanno avuto l’idea di applicare le sanzioni alla Russia. Questa idea doveva strangolare economicamente quella Federazione, ma i risultati dimostrano l’inefficacia di questa proposta e vediamo perché.
L’Ocse ha comunicato che nel 2024 il Pil della Federazione Russa aumenterà di circa il due per cento; l’Unione europea invece avrà un aumento forse dimezzato e addirittura l’Italia non dovrebbe superare lo 0,7 per cento. Dal che dobbiamo rilevare che si è verificato un risultato opposto a quello voluto: la Russia cresce il doppio dell’Europa, quindi le sanzioni hanno fatto più male a quest’ultima che alla prima.
Per conseguenza, l’Ue dovrebbe subito revocare quelle sanzioni inutili per tentare di dare una spinta al proprio Pil, dal momento che non è riuscita a contrarre quello dei russi. Ma non sembra che tale ipotesi sia presa in considerazione perché, sempre formalmente, perpetua l’appoggio all’Ucraina e al suo insensato presidente. A proposito del quale dobbiamo rilevare come la moglie Olena abbia fatto un passo indietro e, seppure prudentemente, consigli al suo congiunto di prendere in esame la possibilità di una pace e di non ricandidarsi.
Si tratta di un epilogo che noi scriviamo da oltre un anno e cioè a dire chiudere questa insana guerra con una transazione sul territorio che rimane all’Ucraina e/o alla Russia, chilometro più chilometro meno.
Da molte parti internazionali si comincia a intravedere quale potrebbe essere il nuovo confine fra i due Paesi e cioé l’attuale fronte di guerra. Un po’ come accadde in Corea quando si fissò nel trentottesimo parallelo il confine fra Nord e Sud.
Ovviamente la pace nel senso indicato sarebbe una sconfitta per Zelensky e già sembra che alle prossime elezioni – che a questo punto non vi sarebbe più ragione di rinviare – il suo competitore per la presidenza, Vitali Klitschko, campione del mondo di box, avrebbe il consenso sufficiente per batterlo.
Come si evince da quanto precede, l’epilogo non dovrebbe essere lontano, anche se forse avrà bisogno di qualche mese. Ma tutti hanno capito che questa guerra non ha più ragion d’essere perché non serve agli Usa e meno che mai all’Ue, che ha seguito fedelmente le indicazioni del Big occidentale, subendone conseguenze (inflazione, speculazione) che ancora oggi stanno lasciando profonde ferite.