È notizia di questi giorni che la Chiesa ucraina chiede con sempre maggior forza e determinazione la fine dell’insana guerra iniziata da Putin, che ha tutte le colpe di questo mondo, nessuna esclusa.
Ma ciò premesso, non si può non rilevare l’enorme danno umano, sociale ed economico che sta subendo il popolo ucraino.
Dal che si deduce che risulta insano, da parte dell’attuale presidente di quella Repubblica – eletto democraticamente ma con una congrua opposizione di circa un terzo dei parlamentari – il quale ha preso gusto a fare il capo dell’esercito, a concentrare la sua attenzione sulla riconquista di qualche decina di chilometri di territorio, ma chiude totalmente gli occhi sugli enormi danni che la Russia sta provocando alle infrastrutture.
Danni a reti elettriche e del gas, reti fognarie, reti idriche e altri servizi essenziali, nonché la cessazione in molte parti del Paese dell’attività lavorativa e di quella scolastica, i disagi continui, le sirene, le stazioni affollate, non sembrano disturbare il bravo Zelensky.
Sembra inverosimile, ma è così, che egli chieda armi per attaccare la Russia: un comportamento incosciente. Ha tentato il bluff del missile caduto nel territorio polacco, vicino al confine; vorrebbe diventare un novello condottiero ma non si rende conto che con questa sua dissennata azione sta conducendo il suo popolo alla rovina totale.
Gli Stati Uniti, da un canto, non gli mandano armi a lunga gittata perché non vogliono provocare ulteriormente Putin; Xi Jinping, dall’altro, è molto cauto e non intende acuire l’attuale guerra.
Putin ha comunicato più volte che intende aprire la stanza della trattativa ma il “dittatorello” ucraino si è rifiutato dicendo che non è ancora il momento.
Ma mentre afferma questa opinione (non rispettabile) il suo Paese continua a essere distrutto, vi sono morti fra uomini, donne e bambini e la vita diventa sempre più precaria, aggravata dal grande freddo tipico dell’inverno.
La mania di grandezza e la follia di Zelensky, che cerca di fare la vittima per esercitare il suo potere, sono incredibili.
Più volte abbiamo immaginato che se egli fosse una persona consapevole del suo dovere dovrebbe indire immediatamente un referendum per sapere qual è la volontà del suo Popolo, solo quella conta. Ma si guarda bene dall’interpellare i/le cittadini/e perché probabilmente avrebbe un pollice verso contrario alla sua ostinazione nel non entrare nella “stanza” delle trattative.
In questo quadro, anche Papa Francesco ha detto che sarebbe pronto a mettere a disposizione quella “stanza” e lui stesso a intervenire come mediatore.
Per quanto la Chiesa cattolica in Ucraina non sia maggioranza, in quanto lo è la Chiesa ortodossa russa, tuttavia Francesco ha un grande carisma e, se riuscisse ad avere i due interlocutori nella “stanza” di cui sopra, molto probabilmente riuscirebbe a fare firmare un Trattato di pace.
La pace, ecco cosa bisogna perseguire in tempi brevissimi anche perché i riflessi economici per l’Unione europea sono enormemente dannosi.
Infatti i Paesi dell’Europa meridionale, ad alto debito pubblico, stanno subendo recessione e inflazione che impediscono la crescita e l’evoluzione verso traguardi migliori.
Quest’Unione europea, solo di nome, non è altro che un insieme di poteri egoistici che tirano il lenzuolo dalla loro parte scoprendo le altre, Paesi come Lussemburgo, Belgio e Olanda e Irlanda stanno guadagnando enormemente dalle sanzioni alla Russia; altri come il nostro, la Grecia, la Spagna e il Portogallo stanno subendo danni riparabili solo in molti anni.
Non è possibile che tutto questo non si possa fermare per ricominciare la risalita. Perciò è necessario ascoltare le parole del Papa, metterle in pratica, chiudersi in quella famosa “stanza” uscendone con una liberatoria fumata bianca.
Non sappiamo se il buonsenso prevarrà anche perché Usa e Cina non hanno interesse a che questa guerra centro-europea finisca. Perciò è necessario che noi europei prendiamo in mano la situazione e la portiamo a soluzione in tempi brevissimi.