PALERMO – Otto investimenti di otto aziende. È questo, dati alla mano, il bilancio dell’attività delle Zone economiche speciali siciliane (Zes), i cui commissari sono stati nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri a novembre 2021. Il totale investito da parte di queste aziende è 56 milioni, di cui 6 afferenti alla Sicilia occidentale (dove sono state rilasciate tre autorizzazioni uniche a tre aziende diverse, ma altre 15 pratiche sono in lavorazione) e 50 afferenti a quella orientale (dove sono state rilasciate cinque autorizzazioni).
Le Zone economiche speciali sono state istituite al fine di favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo, in alcune aree del Paese, delle imprese già operanti, nonché l’insediamento di nuove imprese in dette aree. Una mission di alto profilo che però deve scontrarsi con la realtà del territorio. In Sicilia, ma non solo, la criticità maggiore che segnalano le Zes è relativa alla proprietà dei terreni. Infatti, molti degli appezzamenti che ricadono nelle aree delle Zes siciliane appartengono, come sottolinea nell’intervista sotto il commissario della Zes Sicilia occidentale, alla Regione o ai privati. Il che non permette alle aziende intenzionate ad investire di potersi interfacciare con un unico ente, allungando di fatto i tempi.
Ma perché le aziende dovrebbero essere interessate ad investire proprio in queste zone? Le Zes, di fatto, sono aree caratterizzate da una fiscalità di vantaggio e da un articolato sistema di semplificazioni amministrative cui possono accedere le imprese per strutture produttive ubicate in queste aree o che avviano una nuova attività economica imprenditoriale.
Altra opportunità per le Zes è quella di agire come stazione appaltante per il miglioramento delle infrastrutture che collegano i vari comuni che ricadono dentro i loro confini. Attraverso i fondi del Pnrr le Zes stanno gestendo appalti per un totale di 55,6 milioni di euro. In Sicilia occidentale l’appalto gestito dal commissario Amenta, dal valore di 17,8 milioni di euro, riguarda la strada di collegamento tra il porto e l’area industriale di Trapani. Inoltre, la Zes Sicilia occidentale sta definendo accordi con i comuni per gestire ulteriori 60 milioni del Pnrr. In Sicilia orientale, invece, il commissario Di Graziano sta gestendo, per un totale di 37,8 milioni, quattro appalti: le strade di collegamento dai porti di Riposto e di Sant’Agata di Militello alla viabilità principale, la Gela-Licata (anche in qesto caso per collegare l’autostrada al porto) e il miglioramento della strada di accesso all’interporto di Catania.
PALERMO – In Sicilia occidentale il commissario di governo per la Zes, Carlo Amenta, si è insediato a gennaio scorso e la struttura è entrata a regime ad aprile. Gli abbiamo chiesto di fare con noi un bilancio dell’attività svolta fino ad oggi. “Stiamo parlando – tiene a precisare Amenta – di valutazioni fatte su un periodo abbastanza breve, anche perché si parla di investimenti che richiedono anni: la Zes ha una durata di sette anni, rinnovabili per altri tre. In questo periodo abbiamo rilasciato tre autorizzazioni e abbiamo già presentato oltre 15 pratiche. Due sono state lavorate ma sono state negate per ragioni legate all’attività non agevolabile”.
Commissario Amenta, a livello economico come si possono quantificare questi investimenti?
“I tre investimenti della Sicilia occidentale si aggirano intorno ai 6 milioni di euro. Non sono grandi investimenti. Adesso stiamo partendo con una seconda fase in cui abbiamo reso operativo lo strumento dello sportello per attrarre gli investimenti internazionali e nazionali”.
I tre progetti cosa prevedono?
“Due investimenti sono stati fatti da imprese di specialisti dell’edilizia, mentre l’altro è di un’azienda che fa componentistiche di macchine e motori”.
Quali fondi europei ricevete e come li spendete?
“Non siamo destinatari di fondi europei specifici se non per la parte relativa al Pnrr. In questo momento la Sicilia Occidentale sta svolgendo una gara d’appalto di servizi e valori per una strada di collegamento tra il porto e l’area industriale di Trapani. Sono fondi Pnrr per i quali il commissario può operare come stazione appaltante in deroga al codice degli appalti. Il Pnrr è il principale fondo europeo a cui possiamo attenerci, ma non chiediamo noi direttamente i fondi. Possiamo solo agire da stazione appaltante quando i comuni che interessano la Zes ricevono fondi e ci chiedono di agire in deroga. Di fatto, abbiamo proposto ai comuni questa possibilità e in alcuni casi stiamo chiudendo accordi per gestire al posto dell’Ente gli appalti”.
Quanto vale la gestione di questi appalti?
“Il progetto che stiamo gestendo vale 17,8 milioni di euro. E abbiamo in cantiere, come accordi ancora non definiti, investimenti per altri 60 milioni circa, sempre afferenti ai fondi Pnrr”.
Riscontrate criticità nella vostra attività? Quali sono? E come possono essere affrontate?
“Allo stato attuale la difficoltà è legata al poco tempo da cui ci siamo insediati. Quindi non sono criticità imputate a qualcuno e il Governo ci ha dato le dotazioni che ci servivano. C’è un problema legato alla disponibilità di terreni e aree che non ricadono sotto la competenza del commissario ma sono spesso della Regione o di privati. Quindi capita che l’azienda ha difficoltà a trovare il terreno e noi possiamo solo limitarci a fare da botteghino di informazioni. Ma questo è un problema comune a tutte le Zes del mondo. L’opportunità di gestire anche le aree potrebbe essere un vantaggio in quanto l’impresa si potrebbe interfacciare con il commissario non solo per l’autorizzazione ma anche per avere disponibilità di terreno. Questo può passare da una intesa più stretta con la Regione laddove i terreni sono dell’Asi, che oggi è in liquidazione”.
Cosa si aspetta dal nuovo governo regionale per i prossimi cinque anni?
“Abbiamo già avuto modo di lavorare con il governo regionale precedente e la collaborazione è stata massima. Oltretutto la Regione siede nel comitato di indirizzo della Zes e quindi è un attore del nostro Ente. Ci aspettiamo che si continui sulla strada già tracciata di piena collaborazione istituzionale. In particolare, con l’assessore Falcone, ci aspettiamo che (come previsto dalla norma), i commissari vengano coinvolti nella programmazione per dotare le Zes delle strutture che mancano”.
La Zes della Sicilia orientale è guidata dal commissario straordinario di Governo Alessandro Di Graziano. Lo abbiamo contattato per fare un bilancio dell’operato della struttura.
Commissario Di Graziano, quanti investimenti ha portato la Zes in Sicilia orientale? E come possono essere quantificati dal punto di vista economico?
“Questo anno è stato aperto lo sportello della Zes a giugno e abbiamo proceduto successivamente, da settembre in poi, in collaborazione con le Amministrazioni locali, a dare cinque autorizzazioni uniche per un ammontare di oltre 50 milioni di euro. Questo in termini di investimenti privati. Parallelamente procederemo con l’appalto tra 45 e 48 milioni di investimenti pubblici legati alla realizzazione di quattro infrastrutture: il collegamento tra il porto di Riposto e l’autostrada, tra il porto di Sant’Agata di Militello e l’autostrada, tra i porti di Gela e Licata e la strada principale e la rifunzionalizzazione dell’accesso alla zona industriale all’interporto di Catania”.
Gli investimenti privati in cosa consistono? Quali sono le aziende che hanno deciso di investire?
“Sono investimenti legati alla realizzazione manufatturiera di prodotti chimici, un paio sono connessi all’indotto St, uno è legato alla riqualifica di materiali di prodotti avanzati per la biomedicina e uno per la biochimica”.
Gli investimenti pubblici fanno riferimento solo ai fondi del Pnrr o ricevete anche altri fondi europei?
“I 50 di cui le ho parlato sono fondi Pnrr e hanno una tempistica molto vincolata che con sforzi enormi stiamo portando avanti. Inoltre, abbiamo ulteriori fondi che derivano da Pon e altro che in questo momento riguardano la definizione di interventi progettuali. Ci stiamo attivando per finalizzare la richiesta e quindi poi procedere con i progetti per tre interventi infrastrutturali di miglioramento dell’ultimo miglio delle aree Zes”.
Quante imprese attualmente ricadono nella vostra Zes e qual è il loro fatturato totale?
“A me hanno consegnato un piano in cui c’erano 39 comuni e delle cartine. Già abbiamo realizzato sul nostro sito una piattaforma digitale all’interno della quale stiamo mettendo tutte le informazioni riconducibili alle aree Zes. In questo momento ci sono informazioni sui confini delle aree, sui vincoli presenti, sulle infrastrutture presenti, sulla titolarità pubblica e privata per i comuni che ci hanno risposto. L’elemento su cui stiamo lavorando e su cui non c’è informazione è la presenza del tessuto imprenditoriale. Stiamo lavorando anche con il contributo delle associazioni datoriali e sindacali per capire qual è la dimensione degli investimenti attualmente presenti e quante sono le persone impiegate. Mi piace che lei mi ha fatto questa domanda perché se devo promuovere un territorio devo partire da quello che c’è. Ritengo che sia un dato fondamentale e lo stiamo recuperando. Al momento non glielo so dire”.
Negli ultimi mesi c’è stato un rallentamento degli investimenti dovuto alla stretta della Bce sui tassi di interesse?
“In questo momento non abbiamo ripercussioni. Quello che stiamo facendo, anche grazie all’intenso lavoro con la banca regionale, è cercare di creare dei percorsi paralleli, soprattutto per le piccole imprese, di accesso al credito agevolato. Proprio per ovviare a questo problema che è abbastanza presente soprattutto per i piccoli gruppi piuttosto che per le grandi imprese”.
Nella vostra attività avete riscontrato delle criticità? Quali sono e come potrebbero essere affrontate?
“La criticità più rilevante, che spero di affrontare quanto prima con il nuovo assessore in quanto la stavamo affrontando già con la precedente giunta ma è rimasta impigliata nelle tempistiche elettorali, è quella di avere la disponibilità delle aree attualmente pubbliche e gestite dall’Irsap. In questo momento è una possibilità negata che determina una serie di evidenti difetti nel tentativo di utilizzare quei terreni. Credo sia una problematica che porremo subito sul tavolo e che so che avrà la massima attenzione del governo regionale”.
Cosa si aspetta dal nuovo Governo regionale nei prossimi cinque anni?
“Che metta in campo le misure che possono permettere di rendere più fluido e semplice investire nel nostro territorio. Oltre alla misura che le ho già citato, l’altra è quella di focalizzare parte della programmazione europea sul miglioramento delle aree connesse alla logistica portuale, retroportuale e industriale. Anche su questo stiamo lavorando in maniera assolutamente congiunta”.