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Zona gialla e riaperture? Si rischia quarta ondata a giugno

Un ritorno alla politica delle zone gialle in Italia potrebbe portare, in estate, a una quarta ondata pandemica da Covid-19.

Ciò anche se attualmente il sistema di tracciamento dei positivi funziona meglio rispetto al periodo tra febbraio e marzo di quest’anno, tanto che si è ridotto il numero dei malati che non fanno test per rilevare la presenza del virus Sars-Cov-2.

È quanto emerge dal calcolo differenziale realizzato dal Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Consiglio nazionale delle ricerche. L’algoritmo è stato sviluppato dal suo direttore, il fisico Corrado Spinella, e dal suo gruppo di ricerca.

“Siamo in una fase discendente ma con numeri ancora molto alti di positivi a SarsCov2 – spiega Spinella – Secondo il nostro algoritmo un ritorno alla mobilità con prevalenza di zone gialle, un po’ come avevamo a fine 2020, porterà allo sviluppo di una nuova ondata che avrà un suo picco tra giugno e luglio. Avrà numeri di ricoveri lievemente superiori al picco della terza ondata. Un numero di ricoveri che si sarebbe però prospettato ancora maggiore in assenza della attuale campagna vaccinale il cui trend è in crescita. Ciò nonostante, le aperture così anticipate comporteranno comunque l’innesco di una nuova ondata”.

“Sempre secondo l’algoritmo, mantenendo il regime di aperture prospettato, ad agosto arriveremo a una cifra di decessi per Covid-19 tra i 160.000 e i 180.000”, aggiunge Spinella, che passa poi a descrivere il dato dei test: “Oggi rispetto a 450.000 positivi realmente testati ci sono circa 100.000 positivi Covid in più che non vengono tracciati. La forchetta è più ridotta rispetto a marzo, quando a fronte di quasi 600.000 positivi testati ce ne sono stati, da simulazione, oltre 200.000 in più che sono sfuggiti al tracciamento. Ciò indica che il sistema di monitoraggio sta funzionando meglio”.