Economia

Zone economiche speciali, Provenzano le istituisce in Sicilia



“Sono particolarmente orgoglioso di questo provvedimento che la Sicilia aspettava da tempo e che cade in un momento assai delicato per le imprese, i lavoratori e le famiglie, in cui ogni nostra energia deve essere dedicata al rilancio dell’economia dell’Isola”.

Lo ha detto il Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, dopo aver firmato il decreto istitutivo delle Zone Economiche Speciali per la Regione Sicilia.

Queste saranno due, una per la Sicilia Orientale e una per la Sicilia Occidentale, per un totale di quasi seimila ettari, tra aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale.

L’obiettivo – viene spiegato in una nota – è quello di attrarre investimenti in particolar modo nell’ambito dell’economia “portuale” in settori come la logistica, i trasporti ed il commercio, e di accompagnare la transizione ecologica degli insediamenti produttivi, attraverso una drastica semplificazione amministrativa e la possibilità di accedere a forti sgravi fiscali”.

“Si tratta – prosegue la nota – del passaggio finale di un percorso che ha visto l’impegno del ministero per il Sud e la Coesione territoriale per velocizzare l’iter di approvazione delle Zes, in piena e leale collaborazione istituzionale con la Regione Sicilia”.

“Le Zes – ha sottolineato Provenzano – rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo regionale. Serviranno a rendere la Sicilia non solo attraente e bellissima com’è, ma anche attrattiva, di capitali, attività, persone, lavoro, nuove imprese per lo sviluppo”.

Secondo il ministro, “ora, si apre una grande opportunità per il Sud e la Sicilia. Le risorse non mancano, a partire da quelle nazionali ed europee della coesione già disponibili, che spero la Regione voglia riprogrammare per l’emergenza seguendo gli accordi che tutte le altre Regioni stanno sottoscrivendo con il mio Ministero”.

“E soprattutto – ha concluso – dobbiamo attivare capacità progettuale per intercettare quelle che arriveranno con il Recovery plan. La sfida è accelerare la spesa, recuperando i ritardi. Spendere bene e rapidamente per fronteggiare meglio la crisi e ripartire”.