Pezzi di Pizzo

Zorro Zingale infilza la Regione

Torna la guerra tra Sicilia e magistratura contabile. “Corte conti: Sicilia, mancata parifica ha conseguenze. Indagine”. Di fatto si apre un fronte giudiziario, per condotte illecite, e non più esclusivamente contabile.

“La pronuncia delle Sezioni Riunite con la quale è stato finalmente definito il giudizio sul rendiconto del 2020 con una decisione, fatto più unico che raro nel panorama nazionale, di non parifica, giudizio che non mancherà di avere serie conseguenze sugli esercizi successivi”. Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Pino Zingale, nella sua relazione durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti per la Regione siciliana, a Palermo. “Questa procura farà i necessari accertamenti al fine di verificare la sussistenza o meno di eventuali responsabilità amministrative”.

Questo comunicato è il segno di Zorro Zingale, il procuratore della Corte dei Conti siciliana, il difensore degli oppressi contribuenti siciliani di fronte agli sprechi o alle malefatte contabili della politica sicula.
Di fatto si aprono due scenari.

Uno giudiziario, il perseguimento delle condotte illecite di chi si è reso protagonista di queste malefatte, nel senso letterale del termine. Confondere ex tunc con ex nunc, è l’accusa formalizzata dai giudici contabili che è stata sanzionata dalla Corte Suprema.

Il secondo scenario è contabile. Se c’è un buco nel bilancio 2020 questo non può essere aggiunto e spalmato nell’accordo che la Sicilia ha raggiunto con lo Stato, ma va chiuso con una immediata manovra correttiva. A parte la fattispecie delle irregolarità formali di bilanci successivi che si fondavano su un bilancio illegittimo risalente al 2020.

Il segno di Zorro è nella stoccata in cui si evidenzia il fatto illecito e la pervicacia più unica che rara nel panorama nazionale. Non solo non conosciamo i numeri arabi, nonostante secoli di loro dominazione, ma nemmeno il latino che sottostà alla validità di norme ed accordi. Chi era alla guida della Finanza regionale è lapalissiano. I fatti sono ascrivibili alla legislatura Musumeci, ma il Curatore delle norme finanziarie, pur candidandosi contro Schifani ne è diventato consulente in materia di Finanza Regionale. Cosa che certamente non dispone favorevolmente la procura generale della Corte dei Conti siciliana nei confronti del governo.

È chiaro che non sappiamo fare di conto, nonostante le vessazioni romane sulle entrate regionali, ma questa avversione alla contabilità non è nuova in una Regione che ha bisogno di irrorare clientele a dispetto delle scarne disponibilità finanziarie. Se non li paghi non votano, e se non votano come si comanda? I Conti? Due più due deve fare cinque.

Così è se vi pare