Benzina dai rifiuti a 40 cent/l

CATANIA – Con la benzina che sta raggiungendo i 2 euro il litro, l’idea che si possa trovare un carburante alternativo e sopratutto pulito che costa solo 40 centesimi il litro,sembra francamente fantascienza. Ma non è così stando all’annuncio degli esperti del Gas Technology Institute alla recente conferenza, tenutasi a Philadelphia, dell’American Chemical Society.
Secondo gli esperti, è possibile partendo dai rifiuti produrre a basso costo un carburante pulito sostituto della benzina e del gasolio. I tecnici del Gas Technology Institute hanno realizzato già i primi impianti pilota in grado di trasformare i rifiuti umidi in biocarburanti tramite l’idropirolisi e l’idroconversione integrata che utilizza una serie di catalizzatori chimici brevettati per produrre idrogeno .
Bisogna rilevare che i processi d’idroconversione sono una realtà consolidata, differiscono soprattutto per le tipologie dei reattori, per le condizioni operative e per i sistemi catalitici impiegati. Con il processo d’idropirolisi messo a punto dai tecnici americani si possono trasformare in “benzina”, con basse emissioni di anidride carbonica, oltre ai rifiuti urbani umidi anche alghe, scarti del mais e del legno.
La credibilità del progetto trova un suggello nel Dipartimento per l’Energia Usa (DOE) il quale non solo si è dimostrato subito interessato al nuovo procedimento, ma ha stimato che entro il 2014 gli impianti saranno capaci di produrre 80 mila litri di carburante il giorno arrivando, entro il decennio, a produrne un ammontare considerevole pari a 1,2 milioni di litri.
Bisogna registrare che anche in Italia si sta investendo in biocarburanti, anche se non provengono dai rifiuti urbani. Entro quest’anno dovrebbe cominciare a produrre lo stabilimento di Crescentino (Vercelli), che è il primo impianto al mondo di bioetanolo di nuova generazione ottenuto dalla paglia di riso e dagli scarti della canna da zucchero. L’impianto di Vercelli è stato costruito dal gruppo Gruppo Mossi & Ghisolfi, che ne costruirà uno analogo in Brasile, entro il 2013, con una capacità produttiva di 65.000 tonnellate l’anno di bioetanolo, e utilizzerà, come per l’impianto piemontese, gli scarti della lavorazione della canna da zucchero che saranno reperiti localmente.