Rinnovabili, nel medio-lungo termine scomparirà l’attuale regime d’incentivi

CATANIA – Il testo, in consultazione pubblica, della Strategia Energetica Nazionale, il primo aggiornamento dal lontano 1988, è stato nei giorni scorsi licenziato dal Governo. Nelle prossime settimane sarà discusso con le parti sociali ed economiche anche alla luce dei rilievi giunti dalla consultazione.
È un testo corposo e articolato di 116 pagine che ha come orizzonte temporale il 2020 e che tocca i principali temi energetici: hub del gas, contratti gas take or pay, estrazioni petrolifere, compreso il famigerato shale gas, ruolo delle energie rinnovabili elettriche e termiche, risparmio energetico e diminuzione dell’intensità energetica dell’economia italiana. Abbiamo provato a leggerlo e a sintetizzare i punti salienti per quanto concerne le energie rinnovabili, considerate un punto importante della strategia.
Le linee di fondo sono: il superamento dei target di produzione rinnovabile europei 2020, con un più “equilibrato” bilanciamento tra le diverse fonti. In particolare per il settore elettrico, che ha quasi già raggiunto gli obiettivi fissati per il 2020, il Governo intende continuare a sostenere lo sviluppo, però contenendo gli oneri per il sistema. In quest’ambito sono stati varati recentemente due decreti ministeriali allocando ulteriori 3,5 miliardi di euro l’anno d’incentivi, per un totale di circa 12,5 miliardi di euro l’anno, con un impegno complessivo nei venti anni di ulteriori 70 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 170 già impegnati. Gli incentivi unitari saranno progressivamente ridotti avvicinandosi ai livelli europei, pur rimanendo sopra gli altri Paesi. Nel medio-lungo periodo, è prevista la graduale riduzione degli incentivi fino al loro annullamento per il comparto dell’energia fotovoltaica.
Nel documento è evidenziato che il prossimo raggiungimento della grid parity non implica l’abbandono delle politiche di sostegno, ma il ri-orientamento verso strumenti non onerosi per i consumatori elettrici. E che sono previsti per le fonti rinnovabili elettriche, inclusi i rifacimenti, circa 50-60 miliardi di euro d’investimenti cumulati al 2020.
Invece, per quanto riguarda il comparto del solare termico, la strategia punta su impianti di piccola taglia attraverso l’introduzione di un Conto Termico che coprirà una quota dei costi d’investimento iniziale. L’onere atteso a regime è di circa 900 milioni di euro l’anno con copertura finanziaria proveniente dalle bollette del gas.