Palermo – Imprese: inizio di 2013 shock, 100 chiusure in un solo mese

PALERMO – È un 2013 di fuoco quello che si prospetta per le imprese di Palermo. Se infatti a cavallo del secondo e terzo trimestre dello scorso anno si era intravista una lieve ripresa, con il primo dato positivo nel saldo di natalità-mortalità delle aziende del territorio provinciale di Palermo (+ 0,49%) dall’inizio della crisi nel 2009, gli ultimi dati che ha fornito la Camera di Commercio del capoluogo isolano sono da brividi.
Al 14 gennaio sono state esitate con parere favorevole le domande di 45 aziende che non riescono a stare sul mercato e per questo hanno deciso di chiudere definitivamente. Altre 60 domande avranno la stessa sorte nella riunione che si terrà il prossimo 28 gennaio. La maggior parte delle richieste riguarda attività con sede a Palermo e, secondo le stime della Camera di Commercio, circa 100 persone avrebbero perso il lavoro e oltre 150 si apprestano a perderlo dopo la suddetta riunione di giorno 28.
Ad analizzare nel dettaglio il dato, si nota come le imprese in difficoltà siano proprio le più piccole: quelle a gestione familiare o con meno di cinque dipendenti. In crisi nera centri estetici, parrucchieri, officine meccaniche e artigiane nel settore della vetreria e della falegnameria, che segnano saldi negativi di natalità-mortalità in doppia cifra percentuale. In rosso anche il saldo delle imprese di confezione di articoli di abbigliamento, di quelle di fabbricazione di apparecchiature elettriche e – strano in un mondo sempre più informatizzato – delle aziende di consulenza informatica.
“Il 2013 – ha spiegato Elio Tessitore, vice presidente della Commissione provinciale artigiani e presidente di Casartigiani – si preannuncia drammatico. La città sta morendo e il dato ancora più allarmante è che l’età media delle persone che si troveranno senza lavoro si attesta intorno ai 50 anni, spesso rientranti nella categoria di lavoratori in famiglia monoreddito. Inoltre, va considerato il rischio che lavoratori e titolari possano finire nel circuito del lavoro nero e dell’economia sommersa".
I dati fanno il paio con quanto annunciato nel rapporto “L’analisi congiunturale dell’economia siciliana nel 2012”, elaborato dal servizio statistica del dipartimento Bilancio della Regione, che parlava di una caduta libera del Pil di oltre il 2 per cento a fine 2012 e che riporta l’intera Isola indietro di dieci anni e con previsioni ancora negative per il 2013 (si stima un nuovo calo della produzione industriale tra lo 0,3 e lo 0,5 per cento, con punte superiori al 10% per le piccolissime imprese).