Infatti, la citata direttiva europea è stata recepita dal Dlgs. 192/2012. Esso è stato oggetto della circolare del ministero dello Sviluppo economico del 23 gennaio che chiarisce, una volta per tutte, come le norme indicate si applichino anche ai pagamenti di corrispettivi all’intero settore dei pubblici appalti.
L’insieme delle norme sopra elencate prevede alcune innovazioni: la prima riguarda il termine di trenta giorni (festivi inclusi) per il pagamento dalla data di ricevimento della fattura, ovvero dalla data della prestazione, ovvero dalla data dell’accettazione o della verifica della prestazione, anche se le parti possono pattuire in modo espresso un termine per il pagamento, comunque non superiore ai sessanta giorni.
Che succede se nonostante queste norme cogenti gli amministratori non pagano alla scadenza prevista?
Primo, viene applicato un tasso di mora pari a quello di interesse della Banca Centrale Europea (circa l’1%), maggiorato dell’8% senza che sia necessaria la costituzione in mora.
Si tratta di un gravame finanziario che farà lievitare i debiti fuori bilancio delle amministrazioni pubbliche e con essi la responsabilità dei direttori generali preposti al servizio.
Se da questo primo gennaio la situazione portata dalla legge è chiara, anche se le pubbliche amministrazioni fanno fatica ad osservarla, la nebulosità che riguarda i crediti antecedenti tale data lascia in gravi difficoltà le imprese.
La campagna elettorale di fatto sta bloccando per due mesi l’attività esecutiva e legislativa e forse non potrà essere ripresa neanche nel mese di marzo. Con la recessione che grava come una pesantissima cappa, col credito dispensato dalle banche col contagocce, il sistema delle imprese italiane, e principalmente quello delle Pmi, sta soffrendo, facendo soffrire il lavoro e facendo aumentare la disoccupazione dall’8,7 all’11,2% in poco più di un anno.
Occorre immettere nel sistema economico una forte dose di liquidità, per riattivare la ruota dell’economia ormai quasi ferma (in recessione e in depressione), ma l’unica fonte di risorse finanziarie per potere effettuare quanto indicato, è il taglio della inutile ed improduttiva spesa corrente.
Non sappiamo se il prossimo governo avrà la forza di procedere in questo senso, appesantito da due ali egoiste e stataliste, come Lega e Sel, ma dovrà farlo.