Epatite C, i farmaci sono disponibili ma i pazienti non si fanno curare

NAPOLI – Per centrare l’obiettivo dell’eradicazione dell’infezione da Hcv, al momento il vero problema non è la disponibilità delle cure, ma l’insufficiente reclutamento dei pazienti, fermo a 60 mila, contro gli 80 mila previsti dall’Aifa per il 2017.
È l’allarme lanciato dai gastroenterologi nel corso del summit di esperti “Hepatology in motion: research and utilities” tenuto a Napoli.
Si tratta di numeri veramente importanti: un milione di soggetti affetti da epatite C, 300 mila con epatite B, 200 mila con cirrosi epatica e 4-5 milioni con steatosi epatica non alcolica. “La maggior parte delle patologie croniche del fegato possono essere curate o controllate e quindi la comparsa della cirrosi può essere di molto ritardata, se non addirittura bloccata – ha ricordato Nicola Caporaso, professore di Gastroenterologia all’università di Napoli – e abbiamo a disposizione farmaci in grado di inibire la replicazione del virus dell’epatite B. Ed essendo state eliminate tutte le restrizioni di accesso ai nuovi e straordinari farmaci anti-epatite C puntiamo all’eliminazione di questa infezione dal nostro Paese in 3 anni”.