La Corte dei Conti agisce con grande professionalità, sia in Sicilia che nelle altre regioni, sotto l’impulso che ha dato l’attuale presidente nazionale, Luigi Giampaolino, intervenuto nel forum del QdS del 26 novembre 2011. La Corte spesso apre i fascicoli di propria iniziativa, ma anche a seguito di denunce che fanno cittadini e imprese.
Occorrerebbe che questi ultimi si abituassero a segnalare comportamenti illeciti di dirigenti e dipendenti pubblici, possibilmente circostanziando le loro denunce. Così vi sarebbe l’abitudine per i cittadini di sentirsi partecipi della Cosa pubblica e, quindi, legittimati a denunziarne le distorsioni quando avvengono ad opera di chiunque e principalmente ad opera di dirigenti e rappresentanti delle istituzioni.
Se ci fosse un comportamento di tal genere, probabilmente si creerebbero gli anticorpi dentro quelle amministrazioni, indispensabili per ammazzare le cellule cancerogene della corruzione e dell’evasione dai doveri.
Non si può addossare sempre agli altri la responsabilità delle cose che non funzionano. Ognuno di noi ha il dovere di dare il proprio contributo affinchè la Cosa pubblica sia equa e funzioni secondo l’interesse generale.
La questione che analizziamo è di ordine generale e riguarda l’inderogabile necessità di riportare nell’alveo della corretta ordinaria amministrazione le attività di tutti gli appartenenti di qualsiasi altra Pubblica amministrazione.
Non si tratta di tagliare servizi sociali, come affermano mentendo spudoratamente tutti i privilegiati che attingono alle casse pubbliche come parassiti: si tratta, invece, di tagliare senza pietà apparati clientelari, farciti di raccomandati, che nascondono la funzione di galoppini dei partitocrati che li hanno fatti entrare senza concorso nella Pubblica amministrazione, anche con contratti a tempo determinato.
Ora non si sa come utilizzare quaranta o cinquantamila persone che non servono alla Pa, ma che ricevono regolarmente i loro stipendi ogni mese pagati dai contribuenti siciliani ormai stremati. è come se su un asino sovraccaricato si aggiungesse altro peso.
Non se ne può più di pagare stipendi inutili per servizi inefficienti. Lo devono capire, una volta per tutte, codesti (ir)responsabili delle Istituzioni.