La leggenda metropolitana che motiva un’eccedenza di circa 1.000 dirigenti perché qui si fanno attività che in Lombardia sono svolte da personale dello Stato è sbriciolata dalla circostanza che in quella regione tutte le attività svolte in Sicilia sono coperte da appena 300 unità.
Da qualunque lato si giri, il puerile tentativo di nascondere la realtà è destinato a fallire per la ragione prima richiamata: i tempi per il clientelismo e per il favoritismo sono terminati. Anzi, secondo l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, vi è un buco finanziario di due miliardi che non sa come coprire, allo stato dei fatti.
Se la Regione fosse stata un’azienda privata non avrebbe avuto altra scelta che portare i libri in tribunale. Mutatis mutandis così accadrà, per effetto dell’articolo 8 dello Statuto, se non sarà approvato il bilancio 2013 entro il prossimo 30 aprile.
In altri termini, si verificherà una condizione perché la Regione venga commissariata da tre soggetti nominati dal Parlamento nazionale. Forse a questo non si arriverà perché Crocetta sceglierà una soluzione di basso profilo che non produrrà alcun effetto utile a intraprendere la strada della crescita.
In questo quadro, una funzione determinante è affidata ai dirigenti generali, ai dirigenti di area e ai dirigenti di servizio della Regione siciliana. Tutti costoro sono ben remunerati e pagati puntualmente ogni fine mese.
Debbono fare un atto di resipiscenza e capire una volta per tutte che sono al servizio dei siciliani, cui debbono dedicare tutte le loro energie e la loro professionalità.
Possono dimostrare buona fede e capacità se comprendono che la loro presenza nella Regione è giustificata dalla responsabilità dei risultati di cui debbono dare conto all’opinione pubblica, in un nuovo ambito di trasparenza che non nasconda più dati e informazioni, che la stampa ha il dovere di chiedere, per portarli ogni giorno all’opinione pubblica.
L’appello che abbiamo fatto sabato 23 marzo ad assessori e dirigenti generali della Regione viene ripetuto oggi. Nessuno se ne abbia a male se riportiamo l’ira dei siciliani nei confronti di un ente che ha rovinato la Sicilia.
Assessori e dirigenti, o state di qua con i cittadini cui fornite tutte le informazioni senza nulla nascondere; o state di là, dentro la nebbia nell’opacità di uno scenario che nasconde la corruzione.
Non ci sono vie di mezzo. Meditate!