Dopo aver evidenziata l’evasione come elemento di iniquità fra chi fa il proprio dovere tributario e chi non lo fa in tutto o in parte, dobbiamo venire alla seconda parte dello spot, quella che incita a pagare le imposte perché esse ripagano chi le paga in termini di servizi efficienti.
Ora, è noto a tutti i cittadini che i servizi pubblici italiani (statali, regionali e comunali), sono tutto tranne che efficienti. Infatti, la pubblica amministrazione costituisce una zavorra enorme per l’economia e per i cittadini, il cui danno viene stimato in oltre 60 miliardi.
A questi due macigni, evasione e pubblica amministrazione, ne vanno aggiunti altri due: mafia (140 miliardi di fatturato) e corruzione (stimata in oltre 120 miliardi). Un insieme di 460 miliardi che spiegano con grande chiarezza il perché il nostro Paese si trova in queste lacrimevoli condizioni.
Nessun governo degli ultimi 20 anni, di destra o di sinistra, è riuscito a mettere le mani sulle disfunzioni della pubblica amministrazione, nessun sindaco, soprattutto del Meridione, è riuscito a fare diventare virtuoso il proprio Comune, salvo poche e luminose eccezioni. Tutto questo perché è sempre prevalsa una linea clientelare che ha fatto dello scambio fra favore e bisogno il suo punto centrale.
La comunicazione istituzionale deve avere un fondamento di verità, diversamente si discreditano proprio le istituzioni che la fanno. Perché toccare il tasto dell’efficienza dei servizi quando è sotto gli occhi di tutti che nel nostro Paese essa non è neanche sufficiente? Si tratta di una confessione di impotenza, di un modo per gettare la polvere sotto il tappeto.
Questo comportamento getta discredito sulle istituzioni e non dovrebbe essere tenuto perché, invece, fra esse e i cittadini ci dovrebbe essere un clima di fiducia che non c’è.
Non ci vorrebbe molto a ribaltare questo andamento. Basterebbe richiamare i dirigenti alle proprie responsabilità, licenziare quelli inefficienti e premiare gli altri che conseguono risultati. Bisognerebbe togliere loro l’alibi di procedure volutamente complicate e farraginose che gli consentono di nascondersi dietro di esse per non fare.
Ecco la maledizione sui cittadini: avere interlocutori pubblici che rispondono quasi sempre di no anziché valutare e interpretare le esigenze dei cittadini, dei quali sono al servizio.