Carburanti, prezzi in aumento. Consumatori: “Rialzi ingiustificati”

PALERMO – I prezzi dei carburanti tornano a salire, dopo un periodo di tregua. Il rimbalzo delle quotazioni internazionali si è fatto sentire nello scorso weekend cosicché si è registrata un’ondata di rincari: la benzina è tornata a quota 1,82 euro al litro.
Secondo il monitoraggio di “Quotidiano Energia” sabato scorso, 18 maggio, Eni ha aumentato i prezzi raccomandati di benzina e diesel di 1,5 centesimi; è stata seguita a ruota da Q8 e Shell (identico rincaro), Esso e TotalErg (+1 centesimo). Chiude il giro Tamoil con +1 centesimo. Per Federconsumatori e Adusbef gli aumenti sono ingiustificati. Le nuove medie nazionali della benzina e del diesel sono quindi in rialzo, rispettivamente a 1,810 e 1,712 euro/litro (Gpl a 0,776).
Le “punte” sono tutte in deciso aumento a 1,854 per la “verde”, 1,735 per il diesel e 0,798 per il Gpl (in discesa). La situazione più nel dettaglio a livello Paese (sempre in modalità “servito”), vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,793 euro/litro di Eni all’1,810 di Tamoil (no-logo a 1,691).
Per il diesel si passa dall’1,692 euro/litro sempre di Eni all’1,712 di Q8 e Shell (no-logo a 1,565). Il gpl infine è tra 0,736 euro/litro di Eni e 0,776 di Tamoil (no-logo a 0,731). “Rincari ingiustificati ed inammissibili, dal momento che le quotazioni odierne del petrolio non segnano alcun rialzo, né il Wti né il Brent, – denunciano Federconsumatori e Adusbef – Secondo i calcoli dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, invece di aumentare, i costi dei carburanti dovrebbero diminuire, dal momento che si trovano nettamente al di sopra del livello a cui si dovrebbero attestare”.
Secondo le organizzazioni di categoria da un confronto effettuato sulla base delle quotazioni del petrolio, tenendo conto delle variazioni del cambio euro/dollaro, emerge infatti che, a parità di costo della materia prima (ed ovviamente a parità di valori di accise e Iva), il prezzo della benzina si attestava a 1,75 euro al litro. “Questo significa – aggiungono Adusbef e Federconsumatori – che vi è il margine per una diminuzione di almeno 7 centesimi al litro. Tali centesimi di troppo, in termini annui, comportano ricadute per gli automobilisti pari a +84 euro per costi diretti, ovvero per i pieni di benzina, +68 euro per costi indiretti, vale a dire per via delle ricadute dei costi dei carburanti sull’andamento complessivo di prezzi e tariffe”. “Aggravi che, in un momento critico come quello che le famiglie stanno attraversando, risultano del tutto intollerabili – dichiarano i presidenti delle due associazioni, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Per questo è urgente intervenire su questo settore fondamentale avviando misure per la modernizzazione della filiera e la completa liberalizzazione della rete di distribuzione; disponendo seri controlli e verifiche sulla determinazione dei prezzi e sulla correttezza delle quotazioni internazionali. Non dimentichiamo, a tale proposito, che l’Antitrust Ue sta conducendo delle indagini relative ad una presunta speculazione sul Brent”.
 

Sotto sotto possibili speculazioni “mondiali”

Dopo la Procura di Varese, che ha chiamato in causa le Procure di Roma e Milano, ora ad indagare sulle speculazioni legate ai prezzi dei carburanti è anche la Commissione Europea, che ha aperto una indagine su alcune compagnie petrolifere. Circostanza che è stata resa nota dal Codacons in comunicato stampa: “Il sospetto dell’Ue – sostiene il Codacons – è che vi siano state manovre speculative volte a truccare le quotazioni del Brent, punto di riferimento per i listini dei carburanti, con ripercussioni dirette sui prezzi di benzina e gasolio praticati alla pompa in Europa e in Italia”. Secondo l’organizzazione dei consumatori se confermata la circostanza confermerebbe le denunce presentate dallo stesso Codacons, grazie alle quali si sono mosse nel nostro paese le fiamme gialle. “L’indagine della Commissione Europea – si legge – avvalora la battaglia portata avanti dal Codacons contro le speculazioni sui carburanti, e rafforza la posizione degli automobilisti italiani, che già in migliaia hanno depositato querela per chiedere il risarcimento dei danni subiti fino a 2 mila euro ciascuno. L’artificiosa alterazione dei listini determina infatti un danno economico per chi fa rifornimento”.