Reddito di cittadinanza: valanga di critiche da Ufficio di Bilancio, Sindacati, Caritas e Istat

All’allarme lanciato ieri dall’ex sottosegretario Leghista Brambilla sul Reddito di cittadinanza se ne uniscono altri.
 
A cominciare da quello dei Sindacati, secondo i quali siamo alla vigilia di una guerra fra poveri. Secondo Cgil, Cisl e Uil, si tratta di una misura di carattere ibrido tra il contrasto alla povertà e le politiche attive per il lavoro che rischia di essere inefficace. Inoltre il sussidio è calcolato in base a una scala di equivalenza "penalizzante per i disabili e per le famiglie numerose, in particolare se con minori".
 
Anche per la Caritas sono in vista possibili diseguaglianze. Il requisito di dieci anni di residenza in Italia per percepire il reddito di cittadinanza esclude migranti regolari e rischia di escludere le persone in grave marginalità a partire dai senza dimora. E i criteri di esclusione secondo la Caritas potrebbero comportare "una lesione dei diritti costituzionali e di previsioni normative europee, con il rischio di una revisione della norma che costringerà a modificare anche l’attuale previsione finanziaria".
 
E l’Ufficio parlamentare di Bilancio avverte: saranno svantaggiate le famiglie più numerose e non sarà raggiunto più di un quarto dei nuclei in povertà assoluta.
 
Secondo l’Istat, infine, le coppie con figli minorenni, 257mila, incasseranno un sussidio più basso delle famiglie con figli maggiorenni (65mila) per effetto della scala di equivalenza.
 
Non solo, l’istituto osserva anche che la quota di sussidio che vale come integrazione per l’affitto o per il mutuo non è moltiplicata per la scala di equivalenza, scelta che svantaggia le famiglie più numerose e con figli minori.