Pedofilia online: come evitare di cadere nella trappola dell’orco

CATANIA – È una perversione per la quale, in Italia, vengono arrestate più di 3000 persone l’anno o, almeno, questi sono i numeri riportati dalla Polizia di Stato. Piaga e, al contempo, anormalità sessuale da sempre esistita, la pedofilia si è resa più forte, prendendo possesso dei mezzi di comunicazione odierni (chat, forum, social network) per allargare il proprio giro di vittime.
 
Secondo il Telefono Azzurro, i pedofili online agiscono, in modo metodico, attraverso 5 passaggi: formazione dell’amicizia, formazione del rapporto di fiducia, valutazione del rischio, instaurazione della relazione esclusiva e stadio sessuale vero e proprio.
 
Durante la formazione dell’amicizia si verifica il primo contatto, l’adulto prova ad avvicinare l’adocchiato, spesso gli chiede d’inviare una foto privata, ma non necessariamente esplicita; il secondo passo è la manipolazione del minorenne attraverso la rielaborazione d’informazioni riguardanti la sua vita privata; nel terzo il pedofilo valuta il rischio di essere scoperto dopo una potenziale esposizione diretta con la vittima, si sforza di comprendere l’invadenza dei genitori nella quotidianità del figlio, la solidità dei legami familiari e amicali e se il bambino vive in una condizione d’isolamento socio-psicologico; durante il quarto passo, finalmente, avviene la creazione di una situazione d’intimità, l’abusante parla di sesso e cerca, tramite la curiosità tipica dei giovanissimi, di istruire la vittima sulla masturbazione; la quinta ed ultima fase è protagonista di conversazioni del tutto esplicite, inviti all’autoerotismo, sesso via webcam e, per ultima, la proposta di un incontro dal vivo.
Ad accettare sono in pochi, ma quei pochi, con la promessa di ripetere i “giochi” fatti in webcam, vengono spinti verso la prostituzione minorile: ricariche telefoniche, smartphone all’ultimo grido, a volte denaro contante, capi d’abbigliamento e regali d’ogni genere si trasformano, per il pedofilo, nella perfetta moneta di scambio per rapporti sessuali.
Programmi di giornalismo d’inchiesta, come Le Iene, si sono spesso occupati del problema. Il consiglio promosso, appoggiato dalle Forze dell’ordine, e rivolto verso i minori/adolescenti è quello di non fornire mai nella chat, dentro i forum e nei giochi di ruolo le proprie reali generalità, quindi nome, cognome, indirizzo, numero di cellulare o di casa. Inoltre, qualora si verifichi uno strano contatto, non bisogna avere timore di parlarne con i genitori o l’insegnante. Essere diffidenti, infatti e soprattutto in rete, è l’arma più efficace per combattere la pedofilia.