Quale è la situazione della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto?
“La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto è stata il tormentone di questo mio primo anno di attività, perché il procuratore della Repubblica è andato via a fine settembre e soltanto pochi giorni fa è stato designato, nonostante i miei vari solleciti, il nuovo. Ho già chiesto l’anticipato possesso e se tutto va bene, dopo un intero anno, si avrà il Procuratore Capo. La Procura è sottodimensionata, cioè ci sono soltanto cinque sostituti e ce ne vorrebbero almeno il doppio. Non bisogna dimenticare, inoltre, che Barcellona significa anche Milazzo; Milazzo significa il polo industriale e l’arcipelago eoliano che a sua volta significa patrimonio dell’umanità. Una situazione dunque che, visto il sottodimensionamento, è davvero problematica. A tale criticità poi, aggiungiamo la mancanza in organico di uno dei cinque sostituti, mentre tre degli altri quattro sono stati trasferiti ad altra sede fin da gennaio. Sono riuscito ad ottenere la proroga del trasferimento che da pochi giorni è operativa. Rimane, dunque, un solo sostituto di prima nomina”.
Quale è la situazione della Procura di Patti?
“Patti ha incorporato di recente Mistretta. Abbiamo sei sostituti, perché uno è stato ereditato proprio da Mistretta. L’organico è al completo, la situazione è delicata ed anche qui bisogna fronteggiare e monitorare la criminalità qui, almeno in apparenza, meno aggressiva”.
Il lavoro della procura ha prodotto risultati importanti? Quali sono stati?
“Sì e voglio sottolineare l’opera meritoria svolta in questi ultimi anni dalla procura distrettuale. La realtà messinese era per così dire oscurata da un cono d’ombra che è stato squarciato, dando appunto indicazioni molto schematiche sulle reali condizioni, che hanno trovato posto in varie operazioni che poi sono diventate processi, e poi sono diventate sentenze e, infine, sono diventate condanne ed ergastoli”.
Quale è il ruolo della Procura generale in base all’ordinamento giudiziario?
“La Procura Generale svolge un ruolo nevralgicamente e strategicamente importante sulla base di quelli che sono i nuovi principi e le nuove regole dell’ordinamento giudiziario. Con l’ordinamento giudiziario del 2006, è stata conferita ai procuratori generali potestà di vigilanza, di sorveglianza e di coordinamento delle attività delle procure della Repubblica presso i tribunali. Personalmente, per riportare l’esempio, organizzo delle riunioni periodiche con tutti i procuratori del distretto, per raccordare e coordinare le indagini, attuando adottando e promuovendo prassi virtuose nei rapporti anche tra procure e polizia giudiziaria”.
Quali sono i rapporti con le altre procure d’Italia?
“Annualmente, si svolge almeno una riunione tra tutti i procuratori generali di Italia alla presenza del Ministro e dei vari capi dipartimento, alla presenza del vice presidente del consiglio superiore della magistratura. Durante queste riunioni vengono individuate una serie di problematiche e di tematiche sulla base delle quali viene monitorata la condizione criminale nei singoli distretti”.
In materia di sicurezza qual è la situazione?
“Siamo in attesa di una revisione normativa. Il quadro normativo è molto scarno. Viviamo di un decreto interministeriale del 1993, epoca immediatamente successiva alle stragi palermitane, quando si avvertì fortemente la necessità della sicurezza interna, ma non si poteva fare della magistratura la titolare della sicurezza. Questo decreto stabilisce che la sicurezza interna spetta ai procuratori generali mentre quella esterna ai prefetti. é evidente come sicurezza interna ed esterna spesso vadano ad interferire tra di loro. C’è poi una circolare dell’anno successivo del ministero della giustizia che specifica le prerogative dei procuratori generali come organi di propulsione della sicurezza, cioè come organi che sono deputati alla sicurezza nella urgenza, ma non nell’ordinario che compete alla commissione di manutenzione”.