Strade killer, 192 morti in Sicilia

PALERMO – Le strade non sono più sicure per tutti. Le vittime statisticamente in crescita sono soprattutto ciclisti (275, +9,6%) e ciclomotoristi (116, +10,5%), anche se in valore assoluto sono gli stessi automobilisti (1.470, +0,1%) a subire le peggiori conseguenze degli incidenti. Risultano in calo motociclisti (657, -15%) e pedoni (570, -5,3%). Lo scorso anno anno si sono registrati in Italia 175.791 incidenti stradali che hanno provocato 3.283 vittime (morti entro un mese) e 249.175 feriti. Un bollettino di guerra che coinvolge anche la Sicilia, sebbene nell’Isola si sia verificata una delle riduzioni più sostanziose: 192 morti in incidenti stradali, circa il 30% in meno del 2010 (279), e il 14% del 2015 (225). Inferiore alla media nazionale anche il tasso di mortalità isolano (3,8 contro 5,4).
A fronte di una netta riduzione del numero di morti – in Italia il dato si è ridotto del 20% nel confronto tra il 2016 e il 2010, cioè da 4.114 a 3.283, e del 4,2% negli ultimi due anni – per la prima volta “dal 2001, gli incidenti e i feriti registrano un incremento (rispettivamente +0,7% e +0,9%) in confronto all’anno precedente”. In crescita soprattutto i feriti gravi: “sulla base dei dati di dimissione ospedaliera, sono stati oltre 17mila contro i 16mila del 2015 (+9%)”.
A determinare il taglio del numero di vittime pesa principalmente il “calo registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade extraurbane (274 e 1.546 morti; -10,2 e -4,6% sull’anno precedente)”. Più contenuta la flessione “sulle strade urbane (1.463 morti; -2,6%)”. Il dato relativo al numero delle vittime di incidenti stradali è in contrazione anche in Europa (-1,8% rispetto al 2015), a fronte di 25.720 vittime contro 26.190 del 2015. Nel confronto fra il 2016 e il 2010 (anno di benchmark della strategia europea per la sicurezza stradale), i decessi si riducono del 18,6% a livello europeo (20,2% la riduzione italiana).
Il quadro regionale inserisce la Sicilia tra le regioni più virtuose per aver ridotto del 30% le vittime tra il 2010 e il 2016, superando il dato comunitario e nazionale, mentre il numero di morti sulle strade è invece salito (rispetto al 2010) nelle Province autonome di Trento e Bolzano-Bozen. L’Isola contribuisce con appena il 6% al totale dei decessi sulle strade nazionali, mentre era quasi il 7% nel 2010.
Le città metropolitane meritano un discorso più dettagliato, perché non registrano una tendenza uniforme. Sulle strade urbane di Palermo il numero degli incidenti è passato da 2.405 (2015) a 2.548 (2016) e il numero di decessi da 18 a 29. Migliora, invece, il quadro sulle strade extraurbane (da 447 a 440 incidenti, da 26 a 20 morti), con il tasso di mortalità (da 3,8 a 3,5) e il numero di decessi tra il 2016 e il 2010 (-29%).
Catania è l’unica isolana ad aver superato il tasso di mortalità nazionale (4,8 contro 4,5), a fronte di una crescita passata dal 3,4% a 4,8% negli ultimi due anni (2016/2015), anche se la variazione del totale dei morti ha visto una riduzione del 29% nel lungo periodo (2016/2010). Nel centro etneo sono comunque cresciuti gli incidenti urbani (2.254 nel 2016), a fronte di una riduzione delle vittime (da 39 a 28), e anche quelli extraurbani (da 435 a 473 incidenti, da 14 a 10 vittime). 
Anche a Messina il tasso di mortalità è stato in crescita, da 3,4 a 4,2, sebbene la tendenza di lungo periodo sul numero di morti (2016/2010) sia comunque positiva (-21,4%). Ci sono stati 987 incidenti sulle strade urbane e 339 su quelle extraurbane, rispettivamente con 14 morti (+4 rispetto al 2015) e 8 morti (-9 rispetto al 2015).