Pta, Sanità a misura di cittadino

PALERMO – Entra sempre più nel vivo nella fase attuativa del riordino del Servizio sanitario regionale, con i cosiddetti Pta (presidi territoriali di assistenza) che, secondo quanto previsto dalla legge regionale di riforma (entrata in vigore il 1° settembre scorso), avranno il compito di riqualificare i servizi territoriali.
Mercoledì 3 febbraio, l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, ha illustrato le linee guida alla VI commissione dell’Ars.
I Pta costituiranno il nuovo modello per l’erogazione dei servizi sanitari a livello territoriale: verranno organizzati in modo appropriato, efficace ed efficiente i percorsi assistenziali dei pazienti in relazione ai loro bisogni di salute, con particolare attenzione ai pazienti con patologie a lungo termine.
I presidi territoriali di assistenza avranno un ruolo strategico nelle periferie urbane.
Infatti, saranno mantenuti poliambulatori con le attività specialistiche essenziali, quali cardiologia, ginecologia, medicina e oculistica.
 
L’assessore Russo ha spiegato in una nota lo spirito riformatore di questi centri, inseriti nel tessuto urbano del territorio regionale.
“L’istituzione dei Pta, insieme alla rimodulazione della rete ospedaliera è la grande scommessa che abbiamo fatto con la riforma del sistema sanitario e consentirà di esaltare le grandi professionalità presenti sul territorio regionale a cominciare dalla figura dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta che avranno un ruolo fondamentale.
Stiamo promuovendo – ha concluso Russo – un modello più funzionale e più moderno, in linea con i sistemi sanitari piuù evoluti”. Ecco nel merito come entreranno a regime.
 
Il Pta, che avrà diverse configurazioni territoriali a seconda della sua allocazione (cittadina o periferica), si caratterizzerà come punto unico di accesso per le cure territoriali, con all’interno il centro unico prenotazioni (Cup provinciale, collegato a quello regionale) e come punto di accesso alle cure domiciliari: prevederà inoltre uno sportello dedicato al “paziente fragile” (diabete, scompenso cardiaco con disabilià), con l’obiettivo di attivare circuiti assistenziali privilegiati in base alle diverse esigenze.
Nei Pta cittadini di maggiori dimensioni, sarà collocato un “punto di primo intervento”, il cui scopo sarà quella di poter governare urgenze di basso o medio livello, evitando di intasare i pronto soccorso per problemi minori.
Nei Pta periferici, più lontani dai grossi presidi ospedalieri, potrà essere disposto un Pte (punto territoriale di emergenza), con apertura h24, collegato alla rete di emergenza-urgenza 118. Tutte queste attività saranno strettamente collegate alla rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei medici della guardia medica.

Lo spirito della riforma: assistenza e servizi di base più capillari nel territorio
PALERMO – I Presidi territoriali di assistenza (Pta) sono fra i “pilastri” del riordino della riforma sanitaria approvata in marzo dall’Ars ed entrata in vigore il 1° settembre scorso. La materia è stata rivista da un successivo decreto del 17 novembre del 2009 denominato “Programma regionale per l’ottimizzazione delle prestazioni ambulatoriali rese dalle strutture sanitarie pubbliche ospedaliere e territoriali”.
L’obiettivo di sistema è rafforzare i servizi, deospedalizzando la rete regionale, potenziando gli ambulatori discocati sul territorio regionale.
Si legge nel decreto.
“Le strategie attuative del programma sono le seguenti:  rivisitare il sistema erogativo in una logica sistemica e di rete intraterritoriale e ospedale-territorio, in una prospettiva di radicale riorganizzazione basata sulla centralizzazione delle funzioni più complesse all’interno degli ambulatori ospedalieri e dei Pta -presidi territoriali di assistenza previsti dalla legge regionale n. 5/2009 e basata, inoltre, sul collegamento a rete di tali snodi hub con gli ambulatori periferici spoke, preposti ad erogare prestazioni di minore complessità assistenziale”.