A guardar meglio nei meandri della cattiva politica, sembra emergere un’inefficienza degli apparati e/o un’accelerazione delle attività investigative che hanno fatto fermare gli appalti. In parole più chiare, sembra che essi funzionino quando sono oleati dalla corruzione e si fermino quando essa viene colpita. Speriamo che non sia così ma temiamo che questa sia la verità.
Quindi, disfunzioni e corruzione sono due cause del blocco degli appalti. Una terza causa è ancora una volta da ascriversi all’inefficienza delle amministrazioni regionale e locali che non hanno provveduto a formulare i Parchi-progetto di opere cantierabili, in modo da avere finanziamenti europei, nazionali e regionali per tempo.
Sindaci e dirigenti che non hanno provveduto a realizzare tali progetti per le migliaia di opere pubbliche di cui ha bisogno la Sicilia dovrebbero essere dichiarati decaduti per legge e, se fossimo in un altro momento storico, mandati al confino. Infatti mancano le sanzioni relative ai comportamenti apolitici e inefficienti. A questo si dovrebbe provvedere immediatamente.
Le nostre analisi sono basate su dati di fatto evidenti, che tuttavia vengono tenuti nascosti dalle varie burocrazie per paura che la verità venga a galla. Ma questo è un vizio di tutte le burocrazie siciliane, le quali si mimetizzano dietro muri di gomma e dense nebbie, per evitare di rendere conto all’opinione pubblica.
Potrebbero farlo facendo informazione sulla loro attività e sugli adempimenti necessari per eseguire la loro missione. Informazione che dovrebbe essere tutti i giorni sui quotidiani, in modo da far capire se viene osservata la tabella di marcia del Governo regionale, prevista dal programma del Presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, depositato il 4/2/2008.
A proposito di Lombardo, la recente inchiesta giudiziaria cammini per conto proprio senza inficiare l’attività del Governo, indispensabile e urgente. C’è da augurarsi che essa vada alla valutazione del Gip entro pochi mesi, in modo che si sappia subito se il Governatore sarà sottoposto a dibattimento o prosciolto da ogni accusa.