Blocco degli appalti è vergogna siciliana - QdS

Blocco degli appalti è vergogna siciliana

Carlo Alberto Tregua

Blocco degli appalti è vergogna siciliana

giovedì 08 Aprile 2010

Tagliati migliaia di posti di lavoro

Nel 2009 vi è stato il crollo degli appalti in Sicilia. Il 2010 è partito male. Gli appalti delle opere pubbliche costituiscono un volano essenziale all’economia isolana, perché immettono sul mercato risorse finanziarie fresche, attivano decine di migliaia di posti di lavoro e consentono alle imprese del settore e a quelle dell’indotto di funzionare in base a un conto economico adeguato.
Gli assessorati competenti non comunicano le ragioni di questo blocco e quali siano le cause. A chi invece sostiene che tutto ciò sia un effetto della crisi, rispondiamo che la crisi, intesa come l’onda proveniente dall’America, non ha colpito la Sicilia per la semplice ragione che l’Isola era già in crisi.
In questi anni è in vigore il patto di stabilità. Non si tratta di una novità. I trasferimenti dalla Regione agli enti locali sono rimasti pressoché inalterati e, dunque, non si capisce ancora una volta quali siano le cause di questo blocco.

A guardar meglio nei meandri della cattiva politica, sembra emergere un’inefficienza degli apparati e/o un’accelerazione delle attività investigative che hanno fatto fermare gli appalti. In parole più chiare, sembra che essi funzionino quando sono oleati dalla corruzione e si fermino quando essa viene colpita. Speriamo che non sia così ma temiamo che questa sia la verità.
Quindi, disfunzioni e corruzione sono due cause del blocco degli appalti. Una terza causa è ancora una volta da ascriversi all’inefficienza delle amministrazioni regionale e locali che non hanno provveduto a formulare i Parchi-progetto di opere cantierabili, in modo da avere finanziamenti europei, nazionali e regionali per tempo.
Sindaci e dirigenti che non hanno provveduto a realizzare tali progetti per le migliaia di opere pubbliche di cui ha bisogno la Sicilia dovrebbero essere dichiarati decaduti per legge e, se fossimo in un altro momento storico, mandati al confino. Infatti mancano le sanzioni relative ai comportamenti apolitici e inefficienti. A questo si dovrebbe provvedere immediatamente.

 
Il blocco degli appalti c’è in Sicilia ma non in Lombardia, che pure è una regione d’Italia. Quando ci si nasconde dietro questioni  di comodo, si dimentica di andare a vedere cosa accade nella regione lombarda. Là gli appalti prosperano, funzionano, i pagamenti vengono effettuati puntualmente, con l’ulteriore risultato positivo che le opere costano l’ammontare previsto in contratto e non di più, cosa che accade in Sicilia. Il ritardo nei pagamenti è anche una sorta di speculazione delle imprese che, in questo modo, chiedono l’adeguamento dei prezzi che fa lievitare il costo contrattuale.
Sembra incredibile che gli assessori al ramo non riescano a mettere a punto delle procedure semplici, nonostante la presenza di nove Urega provinciali (Uffici regionali per l’espletamento di gare d’appalto) preposti alla gestione degli appalti obbligatoriamente da 1,2 mln € in su e facoltativamente sotto tale soglia. Non si rendono conto, gli assessori regionali responsabili, che restare passivi di fronte al fermo di una fondamentale attività è un modo per contribuire allo sfascio dell’economia.

Le nostre analisi sono basate su dati di fatto evidenti, che tuttavia vengono tenuti nascosti dalle varie burocrazie per paura che la verità venga a galla. Ma questo è un vizio di tutte le burocrazie siciliane, le quali si mimetizzano dietro muri di gomma e dense nebbie, per evitare di rendere conto all’opinione pubblica.
Potrebbero farlo facendo informazione sulla loro attività e sugli adempimenti necessari per eseguire la loro missione. Informazione che dovrebbe essere tutti i giorni sui quotidiani, in modo da far capire se viene osservata la tabella di marcia del Governo regionale, prevista dal programma del Presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, depositato il 4/2/2008.
A proposito di Lombardo, la recente inchiesta giudiziaria cammini per conto proprio senza inficiare l’attività del Governo, indispensabile e urgente. C’è da augurarsi che essa vada alla valutazione del Gip entro pochi mesi, in modo che si sappia subito se il Governatore sarà sottoposto a dibattimento o prosciolto da ogni accusa.

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