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VIDEO | Il ricordo di Rocco Chinnici a 41 anni dalla morte. La figlia: “Porto avanti il lavoro di mio padre”

Ricorre oggi, 29 luglio 2024, il 41esimo anniversario della morte di Rocco Chinnici, il magistrato a cui si deve l’istituzione del pool antimafia contro Cosa nostra.

Assieme al magistrato – nell’attentato della mafia in via Giuseppe Pipitone Federico a Palermo del 29 luglio 1983 – morirono anche i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi, portiere del palazzo di via Pipitone Federico dove fu collocata un’autobomba carica di esplosivo.

Il ricordo di Rocco Chinnici nel 41esimo anniversario di morte

Tra i primi a ricordare il sacrificio del magistrato in nome della lotta contro Cosa nostra c’è il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.

“Il magistrato pagò con la vita lo straordinario lavoro con il quale, grazie a eccezionali capacità investigative e all’impiego di innovativi metodi di indagine, aveva saputo imprimere una svolta decisiva nella lotta alla criminalità organizzata. Onorare la sua memoria e quella di tutte le vittime di mafia significa rendere un doveroso tributo al coraggio di chi non ha avuto esitazioni nel sacrificare quanto di più prezioso per combattere ogni forma di violenza e prevaricazione. Ricordare la figura di Rocco Chinnici vuol dire soprattutto raccoglierne il prezioso testimone per consegnare alle nuove generazioni l’esempio di un Servitore dello Stato che non ha mai chinato il capo nella quotidiana battaglia per l’affermazione dei valori di legalità e giustizia”, ha dichiarato il ministro.

Così, invece, il in un post su Facebook, il presidente del Senato Ignazio La Russa ricorda le vittime: “Il 29 luglio 1983 il giudice Rocco Chinnici venne assassinato dalla mafia, in un tragico attentato in cui morirono anche i carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, oltre a Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico dove il giudice risiedeva. Chinnici fu un magistrato eccezionale, il cui impegno nella lotta alla mafia resta un simbolo per tutta la Nazione ed un esempio per le future generazioni. Oggi, nel quarantunesimo anniversario di quella strage che sconvolse Palermo e l’intera Italia, rendiamo omaggio al suo sacrificio e al suo coraggio”.

Il ricordo della figlia

“Rocco Chinnici ha avuto la capacità di innovare in modo davvero significativo il metodo di contrasto alla mafia: al tempo le sue innovazioni non furono del tutto comprese, ma oggi sono patrimonio della legislazione europea. Mi riferisco alla cooperazione giudiziaria e delle forze di Polizia, allo scambio di informazioni e alle misure patrimoniali”. Lo sottolinea Caterina Chinnici, eurodeputata e figlia dell’ex presidente dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo.

“Mio padre diede un contributo importante alla legge Rognoni-La Torre per quanto riguarda le confische, ma anche all’introduzione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso – aggiunge Chinnici -. Nei dieci anni che ho trascorso al Parlamento europeo ho portato avanti il suo lavoro e così farò nei prossimi cinque. L’obiettivo era far diventare questo lavoro patrimonio dell’intera Ue nella lotta alla criminalità organizzata, che ha caratteristiche transnazionali: Rocco Chinnici questo l’aveva già intuito e io porto avanti il suo lavoro, per consolidare questo impegno che tanti magistrati hanno portato avanti dopo di lui”.

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