PALERMO – Dovrà essere un progetto dai grandi numeri. Almeno è quello che tutti si aspettano vedendo già come si presenta il progetto “Al Khantara”: la Regione ha, infatti, reclutato ben 74 esperti per attuare il piano per contrastare il lavoro nero ed in particolare in favore degli extra-comunitari, prime vittime del contorto sistema di assunzioni in nero nel territorio siciliano.
Proprio in questi giorni il governo siciliano ha pubblicato l’elenco degli esperti incaricati delle attività che mirano a favorire l’integrazione dei lavoratori di nazionalità straniera. Ci sono i tecnici più svariati: quelli per la realizzazione della progettazione esecutiva, quello per l’indagine preliminare, per l’analisi dei fabbisogni e per le attività di ricerca sul campo, solo per citarne alcuni. Ce ne sono ben 74 come dicevamo e tutti ovviamente riceveranno il loro compenso che sarà attinto ovviamente dai finanziamenti del Pon Fesr. Si tratta di un’iniziativa che sostanzialmente punta a favorire l’integrazione socio-lavorativa dei lavoratori stranieri, per contrastare le spinte verso la marginalizzazione sociale, la precarietà economia e il lavoro nero. Tutti fenomeni che nell’Isola si sentono con un impatto davvero notevole e che hanno già creato un sistema del mercato del lavoro contorto, fatto di concorrenza sleale da parte di imprenditori e datori di lavoro più in generale senza scrupoli.
Il progetto “Al-Khantara” era stato portato avanti dalla task force sulla sicurezza del lavoro istituita presso l’assessorato regionale al Lavoro e alla Formazione professionale. Ai componenti furono presentati i progetti predisposti dal dipartimento regionale del Lavoro, dal dipartimento regionale dei Lavori pubblici, da Confapi e dall’Anis, l’Associazione nazionale ingegneria della sicurezza e la Consulta ordini degli ingegneri di Sicilia e dall’Ugl.
Dopo un’attenta analisi e valutazione da parte degli ispettori del lavoro, è arrivato il sì per il finanziamento con i fondi del Pon Sicurezza per lo sviluppo 2007/13 e con altre fonti nazionali, regionali o comunitarie. Insieme ad “Al-Khantara” furono presentati anche i progetti “Il ragazzo nella rete”, il cui target sono i giovani con precedenti penali, per agevolarne il reinserimento sociale attraverso il lavoro, e “Reti di sicurezza”, destinato all’accrescimento delle competenze degli operatori sociali per migliorare la tutela del lavoro regolare e la sicurezza sul lavoro. Ma ovvia priorità è stata data alla lotta al lavoro nero, vera piaga siciliana.
Già nei primi quattro mesi di quest’anno gli ispettori del lavoro, insieme con i carabinieri dei nuclei ispettorati del lavoro, nelle 9 province della Sicilia, hanno individuato ben mille e 242 dipendenti in nero. Gli ispettori e i militari dei Nil hanno effettuato 4 mila 617 interventi in 3 mila e 333 aziende, verificando le situazioni di 5 mila e 803 lavoratori. La provincia nella quale è stato riscontrato il maggior numero di irregolarità è Siracusa, con 316, seguita da quella di Catania, con 239, Caltanissetta (179), Agrigento (157), Palermo (102), Ragusa (85). Nel siracusano sono stati scoperti anche 9 extracomunitari clandestini, impiegati in nero, mentre in provincia di Trapani, gli ispettori hanno scoperto l’utilizzo irregolare di 7 extracomunitari minorenni. Già altre politiche attive sono state messe in campo in Sicilia in quest’ultimo periodo in Sicilia, come ad esempio il call center per accelerare l’emersione degli immigrati irregolari e favorire la loro integrazione nel tessuto sociale siciliano.