CATANIA – Atenei pronti ad attuare la riforma Gelmini anche se con qualche riserva. Puntare sulla ricerca e sulla qualità e tagliare le spese inutili.
A parlare è il rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca, il quale esprime il suo parere sulla riforma universitaria, cosi come è stata concepita.
“Non sembra – afferma Recca – che dalla riforma dell’Università, così come è articolata, possa scaturire la soluzione dei tanti problemi che travagliano il sistema universitario italiano. Si tratta, tuttavia, di un esperimento al quale è stato collegato il finanziamento dell’FFO (Fondo di finanziamento ordinario degli Atenei) con l’intento di cambiare radicalmente il nostro modo di intendere l’università, e conseguentemente realizzare un maggiore controllo nella ripartizione delle risorse, modificando la governance in senso più virtuoso e penalizzando con il commissariamento gli Atenei mal gestiti.
Il nostro Ateneo – continua Recca- ha di fatto anticipato una serie di misure di contenimento della spesa. Tra le misure di contenimento della spesa vi sono: le modalità di allocazione delle risorse dirette alla realizzazione di obiettivi di miglioramento della qualità dell’attività didattica e dell’attività di ricerca; la riduzione dei dipartimenti; l’eliminazione delle sedi distaccate ad eccezione di quelle nelle quali si trovano insediate facoltà dell’Ateneo, e cioè Siracusa e Ragusa; la valutazione dell’Ateneo da parte di un nucleo di valutazione composto in prevalenza da esterni”.
Quanto alla questione del personale tecnico-amministrativo, Recca parla di stabilizzazione. “L’attenta gestione delle risorse finanziarie consente di stabilizzare i lavoratori a tempo determinato e, una volta conclusa, anche con l’intervento del Prefetto di Catania, la trattativa con la Regione Siciliana, i lavoratori dei progetti di utilità collettiva (Puc)”.