Con l’attuazione del federalismo in sanità verso l’adozione di tariffe uguali per tutti

ROMA – Il si questa volta è arrivato da tutte le regioni in Conferenza unificata. Il federalismo fiscale e sanitario mette d’accordo tutti. Almeno sulla carta. è di pochi giorni fa l’intesa tra Regioni e governo sul decreto attuativo al federalismo fiscale che riguarda il fisco regionale e i costi standard in sanità. Le Regioni, dopo un lungo contenzioso con l’esecutivo che riguarda anche i tagli contenuti in manovra, hanno dato l’ok in sede di Conferenza unificata.
L’intesa appena raggiunta consente allle Regioni ci conquistare la propria autonomia, fondamentale per gestire le proprie politiche, cessando così il ricorso alla finanza derivata.
Quanto alla Sanità, nell’accordo raggiunto è stato anche chiarito che il taglio del 50% della spesa per i precari della pubblica amministrazione previsto dalla manovra economica estiva non riguarda il Servizio Sanitario nazionale. Infine, per la copertura della spesa per i ticket sanitari, il presidente delle Regioni, Vasco Errani, ha ricordato che “spetta al governo trovare le risorse, altrimenti sarà il governo stesso a dover introdurre i ticket”; un tema, dunque, questo, che “rimane ancora aperto”.
 A proposito dei ticket, la confusione è  molta. La maggior parte delle regioni chiede 36,15 euro, ma si arriva ai 45 della Calabria e ai 46,15 della Sardegna.
Accordo più chiaro raggiunto invece in tema di trasporto pubblico.
Le Regioni in questo caso hanno ottenuto, che le risorse liberate dal patto di stabilità siano spendibili per il 2011 mentre dal 2012 il governo si è impegnato a fiscalizzare il trasporto. Allo stesso modo il governo si è impegnato, dal 2012, a rivedere i 4 miliardi e mezzo di tagli che erano stati previsti dalla manovra di luglio.
E non tutti esultano anche se l’accordo è stato raggiunto. Vedremo se il federalismo riuscirà  a razionalizzare la giungla delle tariffe o aumentare la confusione e il caos nonchè le differenze regionali.