PALERMO – Quando un’impresa si colora di rosa in Sicilia si può anche riuscire a sfondare il muro della crisi. Provare per credere. Ad andare a gonfie vele in particolare è il mercato vitivinicolo dove la donna manager è in grado di gestire bene la sua azienda, garantire reddito ed occupazione e migliorare anche la produzione laddove possibile.
Lo certifica l’Irvv, l’istituto regionale della vite e del vino, che proprio in Sicilia ha condotto uno studio su un campione rappresentativo di aziende enologiche guidate da donne. Ne sono state monitorate 50 e la metà di esse risultano avere addirittura migliorato il proprio fatturato. Dati che sono stati resi noti nel corso di un incontro sul tema che si è svolto presso l’aula magna della Facoltà di Agraria dell’Ateneo palermitano. Un’aula magna sempre più gremita di studenti che partecipano con interesse al ciclo di seminari promosso dall’Istituto regionale della vite e del vino e dal Dipartimento “Demetra” che punta proprio a formare e informare i giovani sul sistema vitivinicolo in toto.
Incontro che ha visto dunque protagoniste le donne del mondo del vino made in Sicily: Anna Maria Sala della Tenuta Gorghi Tondi, Lorenza Scianna enologa dell’azienda Fondo Antico e Francesca Curto della cantina omonima. Una tavola rotonda alla quale hanno preso parte altre due donne di spicco: l’economista Stefania Chironi, componente anche del comitato scientifico di Vineyard Data Quantification Society, e Giuseppina Carrà, presidente della Società Italiana di Economia Agraria, che ha moderato il dibattito.
“Fare impresa in Sicilia è possibile – ha esordito il direttore generale dell’Irvv, Dario Cartabellotta – lo dimostrano i dati raccolti negli ultimi anni che hanno trasformato il vino siciliano da vino da taglio a vino di qualità. E le donne che ruotano attorno a questo mondo danno una spinta in più verso lo sviluppo”. Uno slancio in positivo che è quantificabile e concreto. Lo si evince dai dati presentati durante il dibattito dalla professoressa Chironi: “Abbiamo condotto uno studio su cinquanta aziende vitivinicole siciliane gestite da donne – spiega – ed il risultato è stato che oltre il cinquanta per cento di queste hanno registrato un aumento di produttività”. Risultato ottenuto “perché le donne sono più aperte alle innovazioni di prodotto e di processo, ma soprattutto svolgono un ruolo importante nella comunicazione”.
Il 60 per cento delle donne che fanno impresa infatti si dedicano proprio al settore della comunicazione e del marketing. Come Anna Maria Sala: “Desta ancor oggi un po’ di stupore – dice – la figura di una donna-capo nel settore del vino. Eppure la donna nasce imprenditrice, un ruolo che ricopre già all’interno del nucleo familiare”. A fronte però di un generale mutamento culturale l’Isola si trova impreparata sul mercato del lavoro. La conferma arriva dai numeri resi noti dall’Istat e analizzati dalla Cisl Sicilia che mettono a nudo una condizione di generale arretratezza che vede le donne ancora una volta ai margini del settore occupazionale nonostante la loro buona propensione manageriale.
Contro la crisi una riconversione dell’imprersa
Ad essere affrontata però anche la questione della crisi economica generale che rischia anche di riversarsi sulle imprese femminili siciliane: “Abbiamo puntato all’ottimizzazione –aggiunge Anna Maria Sala – che significa fare più cose e meglio riducendo dunque i costi, rilanciando l’immagine dell’azienda ed abbracciando nuovi mercati”. Sono tutte giovani le donne del vino: “Un terzo sotto i 35 anni di età – spiega Chironi – e l’80 per cento di esse non supera i 55 anni. Tutte donne con un grado di cultura elevato e che decidono di diventare imprenditrici del vino soprattutto in nome di una grande passione e di una grande voglia di proseguire l’attività tramandata”. Motivazioni confermate da Francesca Curto che ha ereditato l’azienda vitivinicola: “Siamo un’azienda di nicchia con una vocazione internazionale. Ciò a cui puntiamo? Fare da sé e diversificarsi”. Comunicare il vino e non solo. Lorenza Scianna ha infatti raccontato la sua esperienza di enologa: “Oggi ciò che importa è comunicare nel vino il concetto di Sicilia e com’è possibile in una terra con microclimi, terreni, varietà diverse? Proprio attraverso la conoscenza del territorio e rispettando le sue diversità”.