PALERMO – Sempre più spesso palazzine sottratte ai mafiosi diventano caserme per le forze dell’ordine o centri di recupero per tossicodipendenti, così come molti terreni confiscati vengono trasformati in luoghi di agricoltura biologica dalle cooperative sociali che li hanno presi in gestione. I problemi però, soprattutto per quanto riguarda la destinazione e l’utilizzazione, rimangono enormi e spesso lentezze burocratiche, cavilli legali e non ultime difficoltà legate al potere intimidatorio dei clan fanno in modo che molti dei beni sottratti alla mafia restino inutilizzati: il problema è grave perché ogni immobile confiscato che resta a marcire è una piccola sconfitta per lo Stato e un’opportunità in meno per tanti giovani, che grazie a quegli immobili potrebbero realizzare svariate e vantaggiose attività. (
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