Cultura

Libri, Carthago, tanti momenti nel segno della Letteratura

CATANIA – Da gennaio 2020 ha preso il via una collaborazione tra la casa editrice Carthago, nata nel 2005, e il Quotidiano di Sicilia, testata regionale che proprio lo scorso dicembre ha festeggiato i quarant’anni di attività. Un’intesa importante, nata per promuovere una sempre più efficace sinergia tra le realtà editoriali presenti sull’Isola.

La casa editrice Carthago nel mese di febbraio è promotrice di una serie di presentazioni che si dipaneranno come un filo d’Arianna tra Catania, Napoli, Mantova, Commessaggio e Sabbioneta. Presentazioni in cui gli autori della Carthago potranno confrontarsi con parterre qualificati, stimolando il pubblico all’ascolto e alla lettura.

Oggi, 7 febbraio, alle ore 17, sarà presentato a Napoli, al caffè letterario Intramoenia piazza Bellini, “70”, il libro Mirea di Teresa Tufo. Un volume in cui un “filo” diviene un “legame” e successivamente un “nodo” d’amore. Esistono legami profondi, fili invisibili che uniscono due persone, frammenti di divinità che si incontrano e si riconoscono. Fili preziosi e unici come seta, forte e ineguagliabile come l’amore. Intrecciati gli uni agli altri, scelgono di divenire un nodo indissolubile sempre più stretto senza sciogliersi mai. La protagonista è l’erede di un’azienda di lingerie molto quotata, bella, elegante e raffinata, ma al contempo algida e glaciale, Mirea si ritrova a camminare sul “filo dell’esistenza” lasciandosi trasportare dal più universale dei sentimenti quando Alessandro irrompe nella sua perfetta esistenza e gli eventi della vita la conducono a guardare e a guardarsi e a far venire fuori la sua vera Essenza, il suo esser Donna. Un intreccio di dipendenza, complicità e amore fonde i loro destini. Nulla e nessuno, nemmeno il tempo e la distanza può sciogliere ciò che li incatena. Anche se sembrano essere due mondi lontani. Nonostante la tragicità di alcuni accadimenti, il filo che lega Mirea ed Alessandro riesce a superare ogni tempesta, perché solo l’amore avanza e si apre un varco verso l’infinito. Solo in questo modo quel legàme, quel “nodo” diviene saldo, forte, vivo, indistruttibile.

Domani, sabato 8 febbraio alle 18, a Catania la libreria Fenice – via Garibaldi 133 – farà da cornice all’incontro con Gaetana Lo Giudice, figlia di Giovanni Lo Giudice e curatrice del libro “La voce della mia terra, Le storie di mio padre”. Gaetana Lo Giudice è una figlia che raccoglie fedelmente l’esperienza del padre, trasformandolo in tesoro: “Mi diceva sempre di tenere sotto controllo la mia mente perché rappresenta un ‘laboratorio instancabile’, capace di produrre i pensieri più disparati. Il nostro cervello spesso si comporta come un filo di capello che va dove lo porta il vento, sta a noi indirizzarlo verso la giusta direzione”.

Giorno 15 febbraio, alle 18, sempre a Catania nella libreria Fenice, ci sarà invece l’incontro con Stefania Germenia, autrice del libro “Tempo Sospeso”. Un testo che si compone di tre racconti e una raccolta di poesie in coda all’ultimo racconto. Si tratta di tre storie concluse, e quindi leggibili indipendentemente l’una dall’altra, ma incorniciate in un luogo fisico, la casa dei nonni, che è anche e soprattutto il luogo dell’anima all’interno del quale Rosa, la protagonista unica dei racconti, è visibile, prima a sprazzi, poi in maniera sempre più nitida, per rivelare la sua storia di donna e madre che vive e non sopravvive, ha il coraggio di lottare, scegliere, sbagliare, attraversare il dolore in nome del suo più grande amore: la vita.

Infine, nei giorni 28, 29 febbraio e 1 marzo, alle ore 16,30, si terrà, a Mantova e in provincia, la presentazione del libro di Roberto Biasotti, “La voce degli animali”. Giorno 28, l’incontro si svolgerà grazie all’associazione Anna Frank, nella biblioteca Borgochiesanuova, viale Europa, a Mantova. Giorno 29, invece, il volume sarà presentato a Commessaggio, nello storico edificio gonzaghesco del Torrazzo. Infine, l’1 marzo, la location cambierà ancora e ci si sposterà a Sabbioneta, nella famosa Sala rosa, del settecentesco Palazzo Forti. “La voce degli animali” è un testo che snocciola il mondo di questi esseri, che hanno un animo gentile e mai sleale. Piccole creature indifese che non hanno voce per esprimere il proprio dolore e la sofferenza nel vedersi abbandonate, maltrattate e seviziate da coloro i quali dovrebbero amarle o quantomeno rispettarle perché anche loro sono parte del Creato con pari dignità dell’uomo. L’autore ci mostra il loro punto di vista, ci rende partecipi di ciò che provano e ci ricorda che il loro amore per l’uomo è vero e autentico anche quando l’essere umano si converte in carnefice di vittime innocenti che non possono difendersi e che nonostante tutto continuano a fidarsi dei loro amici/nemici umani.