Il potenziale abbattimento degli Archi della Marina divide la città di Catania. La questione è diventata scottante negli ultimi mesi, da quando il sindaco Enrico Trantino ha cominciato a spingere in questa direzione. Sicuramente l’abbattimento dei bastioni favorirebbe il rinnovo della zona del porto, così come dichiarato alla presentazione del nuovo Piano Regolatore, avvenuta intorno alla metà di settembre.
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Il progetto è stato presentato da Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale. Ma il primo cittadino non si sbilancia più di tanto. Giorno 18 settembre, infatti, occasione dell’incontro in Confindustria tra gli industriali etnei e il presidente Sarcina, afferma: “L’abbattimento degli Archi della Marina? Certo, indispone molti catanesi, tuttavia potrebbe essere necessaria questa decisione. È fondamentale un confronto con la cittadinanza intera”.
Noi del Quotidiano di Sicilia, abbiamo preso alla lettera le parole del sindaco Trantino e siamo andati a chiedere ai cittadini catanesi cosa ne pensano. Abbattimento Archi della Marina: sì o no?
“Io sono per il no, perché è una parte storica. La gente non sa, per esempio, che prima il mare era oltre e quindi si è ritirato perché hanno coperto per fare sti bastioni”.
“Per me no, perché leva tutto il centro storico di Catania”.
“Sì, secondo me sono inutili. A parte la bellezza, sono una cosa inutile: non è il Duomo di Catania che è una cosa impossibile da abbattere”.
“Io li lascerei alla fin fine, bisognerebbe sistemare i lati e la zona limitrofa. Quest’altro ce lo teniamo pure!”
“No, perché sono stati sempre così e così devono rimanere. Le cose che ci sono devono rimanere come sono”.
La maggior parte dei cittadini che hanno risposto ai nostri microfoni hanno optato per il no. Gli Archi della Marina, nonostante il tempo, rimangono un punto fermo nell’immaginario di centro storico che i catanesi hanno. Per alcuni, addirittura, abbattere gli Archi significherebbe togliere gran parte del centro di Catania. E se da un lato c’è chi è disposto a rinunciare alla bellezza e alla storicità per accogliere il progresso, dall’altro c’è chi propone nuovi modi per reinventarli a vantaggio di Catania e dei catanesi.