ROMA – Diminuiscono i prestiti bancari alle imprese. Secondo il rapporto mensile dell’Abi, a novembre “a seguito della riduzione della domanda di finanziamenti, nonostante tassi d’interesse che restano su livelli storicamente infimi”, per i prestiti alle aziende c’è stato un calo dell’1,9% su base annua. È necessario risalire al maggio del 2015, quando i finanziamenti alle imprese avevano segnato un -1,9% annuo, per trovare un valore analogo a quello di novembre del 2019.
A novembre, sottolinea l’Associazione bancaria, continua a crescere il mercato dei mutui e l’ammontare complessivo dei prestiti ai nuclei familiari ha segnato un +2,5% rispetto allo stesso mese del 2018.
A dicembre, aggiunge Palazzo Altieri, i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati dello 0,3% rispetto a un anno prima. In rallentamento invece la dinamica del totale dei finanziamenti all’economia: a dicembre è piatta, dopo il +0,4% di novembre.
A dicembre, spiega l’Abi, la raccolta a medio e lungo termine (tramite obbligazioni) è rimasta stabile rispetto allo stesso mese del 2018, dopo il +2,1% di novembre. I depositi invece sono aumentati di oltre 83 miliardi rispetto a dicembre dell’anno prima (+5,6%).
Rallenta, aggiunge Palazzo Altieri, l’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni), che a dicembre segna un +4,8% annuo dopo il +7,3% di novembre.
Migliorano invece le sofferenze bancarie. Secondo quanto riferisce l’Abi, diminuiscono sotto quota 30 miliardi, ai minimi da quasi 10 anni. A novembre, più nel dettaglio, le sofferenze nette sono state pari a 29,57 miliardi, mentre a ottobre erano a 31,094 miliardi. Per ritrovare un valore dello stock delle sofferenze inferiore ai 30 miliardi è necessario risalire al maggio del 2010, quando era a 29,3 miliardi. Rispetto al picco di 88,8 miliardi di novembre del 2015, a novembre del 2019 “la riduzione è di oltre 59 miliardi (-66,7%)”.
Il rapporto tra le sofferenze nette e i prestiti totali, aggiunge Palazzo Altieri, è sceso dall’1,78% di ottobre all’1,70% di novembre. Per individuare un valore inferiore bisogna risalire al luglio del 2010 (era all’1,69%).