Cambiano le regole dell’Iva per gli acquisti e-commerce extra-Ue: tutti i beni importati sono soggetti all’imposta sul valore aggiunto, compresi quelli finora esenti; se l’imposta non è stata versata tramite sistemi di prepagamento dovrà essere riscossa dall’operatore postale che effettua la consegna. Lo spiega Poste italiane in una nota.
A partire da oggi, con l’entrata in vigore della direttiva Ue 2455 del 5/12/2017, la normativa doganale per gli invii di corrispondenza e pacchi provenienti da Paesi extra-Ue ha subito alcune importanti modifiche.
“In particolare, il pagamento dell’Iva è ora dovuto per tutti gli invii di carattere commerciale contenenti merci in arrivo da Paesi extra Ue, compresi quelli con valore inferiore a 22 euro (anche per merci ordinate in data antecedente al 1° luglio, ma che arrivano in Europa successivamente a questa data), salvo che l`imposta, nel caso di invii di valore non superiore a 150 euro, non sia stata già assolta attraverso sistemi di prepagamento”, spiega Poste.
In tal senso, per agevolare il pagamento dell’Iva, dallo scorso primo aprile, tutti i venditori online possono registrarsi, in qualsiasi Stato membro dell`Unione europea, al sistema “Import one stop shop” (Ioss) che consente al cliente finale di pagare l’IVA al momento dell’acquisto di beni, di valore non superiore a 150 Euro, importati da Paesi o territori extra-Ue, evitando ulteriori addebiti e facilitando i tempi di consegna”.
Gli invii per i quali l’imposta sul valore aggiunto non risulta assolta attraverso sistemi prepagati sono, inoltre, soggetti al pagamento dei diritti postali di sdoganamento; la consegna sarà in questo caso subordinata al pagamento delle somme dovute dal destinatario dell`invio mediante contrassegno.