Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore, Raffaella Tregua, il presidente di Confcommercio Catania, Pietro Agen.
Confcommercio rappresenta una delle strutture più importanti del nostro territorio. Come è cambiata nel tempo?
“Confcommercio è già cambiata e sta ancora cambiando, perché si è modificata la sua base. Noi eravamo l’associazione dei piccoli e medi commercianti, pur associando anche i grandi, poteva apparire una anomalia l’accogliere dall’ambulante al Gruppo Arena, dal fruttivendolo al Gruppo Radenza, mentre questa in realtà è una vera forza e anche prova di grande equilibrio nel tenere i giganti e i più piccoli e rappresentarli insieme. A livello provinciale oscilliamo tra i 9 e i 10 mila associati, a livello regionale 45-50 mila aziende. I punti di forza sono le province di Catania, Palermo, Ragusa, Trapani mentre tra i punti deboli risultano Messina e Siracusa, dove si sta intervenendo. Ovviamente i cambiamenti e anche alcuni casi di crisi sono derivati dalle moltissime nuove professioni che ancora oggi è difficile definire esattamente”.
Si tratta dunque di un processo ancora in evoluzione…
“Se dovessi pensare come sarà la Sicilia tra 15 anni direi che probabilmente avrà più case per anziani che supermercati. La Confcommercio si deve adattare al nuovo mercato, come è già avvenuto per esempio con la nascita di Confcommercio Sanità e poi Confcommercio Salute, nate per curare le malattie dell’anziano e non e per prendersi cura di lui o di lei”.
Su quanti dipendenti può contare Confcommercio Catania e in che modo è strutturata?
“A livello provinciale abbiamo circa quaranta dipendenti. Abbiamo creato quattro società come strutture collaterali: organizziamo fiere attraverso Expo Med, organizziamo l’assistenza sindacale e i servizi connessi attraverso Promoter Srl, quella fiscale attraverso Servizi per il terziario Srl e facciamo ricerca e formazione attraverso Isfoter, abbiamo la Confidi Imprese Per L’Italia per aiutare le imprese nel settore del credito ed il Patronato Enasco. Abbiamo dato vita anche ad un contratto di rete, per essere più elastici al fine di meglio rispondere alle esigenze dei nostri associati. Infine, fatto rilevante, siamo diretti da una donna, che ha portato con sé tutta una serie di innovazioni importanti: da che si è insediata la dott.ssa Silvia Carrara, si è visto un evidente cambio di passo”.
Per quale ragione un’azienda dovrebbe decidere di associarsi a Confcommercio? Quali sono i servizi che offrite per il supporto e la crescita delle attività produttive presenti sul territorio e in che modo essi si sono evoluti nel corso del tempo?
“Dal momento in cui l’azienda ha una qualsiasi esigenza, Confcommercio c’è! Siamo, per così dire, in grado di aprire ‘l’ombrello al momento della pioggia’. Faccio un esempio concreto: se una realtà produttiva ha bisogno di un finanziamento non soltanto diamo un supporto concreto nella stesura delle pratiche burocratiche necessarie, ma possiamo anche fornire una fidejussione bancaria. Se un’azienda ha bisogno di formazione, noi ci siamo e fungiamo anche da sportello della Regione Siciliana. Forniamo un servizio in modo da garantire un supporto costante per qualsiasi esigenza. Da questo punto di vista, c’è stato uno sviluppo notevole: siamo passati dal supporto per la semplice, storica iscrizione al Rec (Registro esercenti commercio) alla formazione sull’intelligenza artificiale e su tutte le innovazioni più recenti”.
State trovando, sul fronte del dialogo con le altre realtà siciliane, un confronto produttivo?
“Va bene il rapporto tra le associazioni. La crisi del rapporto con le istituzioni ha fatto superare le divisioni fra le categorie. Oggi si è passati da un rapporto stretto nei singoli settori ad un rapporto più ampio che abbraccia commercio, industria, artigianato e agricoltura. Confcommercio è strutturata per province, collegate ad una struttura regionale ma è nata anche un’ulteriore struttura intermedia, chiamata Unione e che ha innovato lavorando perché i servizi non siano più diversificati provincia per provincia, ma offerti in modo unitario. Abbiamo iniziato con cinque realtà Catania, Ragusa, Trapani, Agrigento e l’area di Gela, successivamente è stata accolta l’adesione di Messina e penso che, a breve, avremo l’adesione di Palermo. Per quanto riguarda Siracusa vedremo cosa accadrà dopo il commissariamento”.
Quali sono le iniziative avviate o in rampa di lancio, anche comuni, per favorire la crescita delle vostre imprese associate?
“Come per Salute e Sanità stiamo operando nel settore dell’energia. Quest’ultima iniziativa legata alla green energy, riguarda gli operatori del settore ma è innovativa anche per le piccole e medie imprese che, attraverso le comunità energetiche possono diminuire il costo, sempre più rilevante, dell’energia. Si tratta di passare da una visione di singolo a quella di gruppo. Anche la piccola bottega potrà, in questo modo, diventare green attraverso la partecipazione alla comunità. Con questo tipo di operazioni stiamo riuscendo a dare risposta sia al settore del commercio tradizionale, sia a quello dei settori innovativi, sempre più in crescita nella nostra realtà”.
Quali sono gli obiettivi che vi siete posti da qui alla fine anno e, guardando più lontano, quelli a lungo termine per il 2025?
“Confcommercio opera sempre con una visione a due, tre anni, Nel breve periodo, abbiamo in cantiere la seconda edizione di Confcommunication 5.0, che si svolgerà nel prossimo mese di ottobre. Si tratta di un momento di formazione per i nostri quadri dirigenti e aziende aderenti al nostro Sistema, ovviamente per motivi organizzativi, riservato a non più di 400 persone. Parteciperanno figure di assoluto rilievo, fra cui, per il mondo dello sport, Sandro Campagna commissario tecnico della nazionale di pallanuoto maschile, un personaggio capace di spiegare agli interlocutori cosa significhi il lavoro di squadra. Interverranno poi formatori di Linkedin, Facebook e i principali social media. Organizzeremo, infine, a Catania nell’ottobre di quest’anno la Terza Conferenza organizzativa del Sistema siciliano, che quest’anno cambierà format prevedendo un dibattito su ciò che va bene e non va bene nei rapporti con le nostre strutture parallele. È necessario parlarci e confrontarci, ne abbiamo assolutamente bisogno, perché una cosa è vivere l’attività a Roma, una cosa diversa è viverla da utenti nelle periferie”.