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Agenda 2030 e sviluppo sostenibile: le proposte per cambiare passo

Mettere la sostenibilità al centro delle politiche e accelerare il cammino dell’Agenda 2030. Dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, in occasione della presentazione dell’ottavo Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile”, arrivano delle proposte “trasformative”, a partire dalla legge per il clima, per un’accelerazione nella direzione di uno sviluppo sostenibile.

“Per recuperare il terreno perduto è indispensabile adottare un approccio politico e culturale che consideri la sostenibilità il fulcro di tutte le scelte, pubbliche e private. È approccio posto alla base della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal governo esattamente un mese fa – sostiene il presidente dell’Asvis, Pierluigi Stefanini -. Negli stessi giorni, il governo si è impegnato all’Assemblea Generale dell’Onu a predisporre un ‘Piano di accelerazione’ per il conseguimento degli Obiettivi su cui siamo più indietro, quasi tutti. Le nostre proposte possono servire per definire contenuti, tempistiche e metodologie per realizzare questo Piano”.

Le tre proposte concrete dell’Asvis al Governo

A tale proposito, l’Asvis avanza al Governo tre proposte concrete: “Assegnare alla Presidenza del Consiglio il compito di predisporre il Piano; predisporlo entro marzo 2024, affinché esso contribuisca alla preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza; coinvolgere la società civile e gli enti territoriali attraverso il Forum per lo sviluppo sostenibile esistente presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase). Parallelamente, occorre dare attuazione alla nuova Strategia Nazionale, costruendo in primo luogo un serio sistema di valutazione ex ante delle politiche rispetto ai diversi Obiettivi dell’Agenda 2030, al cui interno trovi spazio anche lo Youth Check, cioè la verifica del rispetto del criterio di giustizia intergenerazionale recentemente introdotto nella Costituzione, idea presente anche nel programma elettorale dell’attuale maggioranza. La valutazione d’impatto va applicata anche con riferimento alle politiche degli enti territoriali, a partire dai progetti finanziati dai nuovi fondi europei e nazionali di coesione, al fine di valutare il contributo di questi ultimi al raggiungimento dei 17 Obiettivi”.

Una Legge per il clima

“L’Italia – aggiunge – deve dotarsi di una Legge per il clima, come fatto dagli altri grandi Paesi europei, la quale sancisca l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e gli obiettivi intermedi coerenti con esso, fissi un budget totale di carbonio e budget settoriali che traccino per i diversi comparti economici un percorso di azzeramento delle emissioni di gas serra, istituisca un Consiglio Scientifico per il Clima, per assistere i decisori pubblici nella predisposizione degli interventi e monitorare i risultati via via ottenuti”.

“È ancora possibile cambiare passo, consolidando la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche sul fatto che, nonostante i negazionisti, la scelta della sostenibilità conviene tanto dal punto di vista sociale e ambientale, quanto da quello economico”. dichiara la presidente dell’Asvis, Marcella Mallen.

Le 13 linee di intervento prioritarie dell’Asvis

L’attuazione delle proposte avanzate dall’Asvis si articola in 13 linee di intervento prioritarie.

Si tratta di: contrastare la povertà, la precarietà e il lavoro povero, assicurare l’assistenza agli anziani non autosufficienti, redistribuire il carico fiscale per ridurre le disuguaglianze, gestire i flussi migratori e promuovere l’integrazione degli immigrati; accelerare l’innovazione tecnologica, organizzativa e sociale del settore agricolo, potenziare la responsabilità sociale delle aziende agricole; ottimizzare le risorse e l’organizzazione dei servizi sanitari, mitigare l’impatto della crisi climatica sulla salute, combattere il disagio psichico, le dipendenze e la violenza familiare e sociale; migliorare la qualità degli apprendimenti, contrastare la dispersione, assicurare l’inclusione, potenziare i servizi per l’infanzia, educare allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale; aumentare l’occupazione femminile.

E ancora: assicurare servizi e condivisione del lavoro di cura, prevenire e combattere le discriminazioni multiple; mettere la protezione e il ripristino della natura al centro delle politiche, rispettare gli accordi internazionali, assicurare la tutela e la gestione sostenibile degli ecosistemi; aumentare al massimo la produzione di energia elettrica rinnovabile e rendere più ambizioso il Pniec; ridurre la fragilità sul mercato del lavoro di donne, giovani e immigrati, potenziare le politiche attive e migliorare le condizioni di lavoro; investire in infrastrutture sostenibili, orientare il sistema produttivo verso l’Industria 5.0, potenziare la ricerca e l’innovazione; migliorare il governo del territorio, investire nella rigenerazione urbana e nella transizione ecologica delle città e delle altre aree territoriali; promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica amministrazione, coinvolgere maggiormente i consumatori nell’adozione di comportamenti virtuosi; migliorare il sistema giudiziario, sviluppare un’etica dell’Intelligenza Artificiale, rafforzare la partecipazione democratica; promuovere la pace, rafforzare la coerenza delle politiche di assistenza allo sviluppo e migliorarne l’efficacia, assicurando la partecipazione della società civile alle scelte.

“Alcune delle proposte implicano risorse finanziarie significative, altre sono a ‘costo zero’ o quasi”, conclude il direttore scientifico dell’Asvis, Enrico Giovannini”.

Dieci tesi per la sostenibilità

Ha preso il via il bando di concorso “Dieci tesi per la sostenibilità”, un’iniziativa volta a premiare 10 tesi provenienti da tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche, che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità. È possibile presentare le proprie candidature fino al 20 dicembre, sulla piattaforma dedicata accessibile dal sito della Fondazione Symbola. Possono partecipare tutti gli studenti italiani delle lauree magistrali, a ciclo unico o che abbiano conseguito titoli equipollenti, relative agli anni accademici 2021/2022 e 2022/2023. Ai primi 10 vincitori è riservato un premio di 2.000 euro. Ai vincitori sarà inoltre riservata la possibilità di condividere il proprio curriculum con un network di aziende di primo piano nel panorama nazionale. Il premio è promosso da Fondazione Symbola, Luiss e Unioncamere con il sostegno di Deloitte Climate&Sustainability, il patrocinio della Conferenza dei Rettori (Crui) e la collaborazione di Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (Rus) e del Consorzio Interuniversitario nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (Instm).

Sono 19 le università che hanno aderito all’iniziativa con presenze significative sull’intero territorio nazionale: la Federico II di Napoli, Tor Vergata, La Sapienza, la Ca’ Foscari di Venezia, la Bocconi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, l’Università Politecnica delle Marche, il Sant’Anna di Pisa, l’Universitas Mercatorum, le Università di Cagliari, Camerino, Catania, Palermo, Teramo e Brescia.