Cosa succede se un contribuente, una volta ricevuta la lettera dell’Agenzia delle Entrate, non regolarizza la violazione segnalata? Una simile situazione potrebbe presto far scattare l’accertamento fiscale e poi, addirittura, le riscossione degli importi segnalati.
Da segnalazione ad atto impositivo. Questo prevede una delle proposte scritte nella relazione per il contrasto all’evasione fiscale, fenomeno dilagante in Italia. Ecco come evitarlo.
Per favorire l’adempimento spontaneo, l’Agenzia delle Entrate invia le segnalazioni ai contribuenti riguardanti eventuali anomalie nelle loro dichiarazioni dei redditi.
Ma se il contribuente non regolarizza la propria posizione e non fornisce alcuna giustificazione, dev’essere eseguito il controllo fiscale per non far sì che gli evasori possano credere di agire indisturbati e impuniti.
Ma vista la mole di comunicazioni che l’istituto dovrà inviare dal 2022 al 2024, riuscirà effettivamente ad eseguire i controlli previsti?
Per risolvere questo problema, la possibilità di individuare alcune tipologie di comunicazioni con caratteristica di atto impositivo. Quando un contribuente le riceverà, con indicazione dell’imponibile, aliquote, imposte, sanzione, interessi, motivazione e altro, potrà regolarizzare la violazione o presentare le sue osservazioni in merito all’errore segnalato, avviando un procedimento di contraddittorio preventivo. Quest’ultimo si concluderà con l’archiviazione, ovvero l’emissione di un avviso di accertamento parziale. Inoltre, potrà impugnare direttamente la comunicazione entro un termine maggiore di quello previsto per le osservazioni e la produzione di documenti.
Passato il termine di impugnazione, la comunicazione potrebbe già consentire la riscossione degli importi segnalati.