Agrigento

Aggressione nel carcere di Agrigento, appello della Polizia penitenziaria

AGRIGENTO – Un nuovo episodio di violenza nelle carceri e l’ennesimo allarme lanciato dai sindacati della Polizia penitenziaria sulle condizioni di sicurezza all’interno degli istituti di detenzione siciliani e non soltanto.

L’ultimo caso in ordine di tempo in quella che i sindacati non hanno esitato a definire una “guerriglia che sembra non avere fine su tutto il territorio nazionale”, questa volta ha avuto luogo proprio nella Città dei Templi, dove un detenuto, dopo essersi rifiutato di essere trasferito in altro carcere, si è scagliato contro un sovrintendente e un ispettore, ferendo entrambi con una lametta nascosta dentro la bocca. Un episodio grave che ha reso indispensabile un viaggio dei malcapitati all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove sono state prestate loro le cure del caso.

Sulla vicenda è intervenuto Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria, che ha definito “imprescindibile un’imminente introduzione di una norma che infligga una pena esemplare per chi aggredisce o tenti di aggredire i poliziotti, affinché si rifletta due volte prima di mettere in atto questi comportamenti”.

“Anche questo episodio – ha aggiunto Di Giacomo – testimonia ciò che è la realtà carceraria: un sistema dove le reali vittime sono le donne e gli uomini in uniforme, emblema della noncuranza della politica. Quest’episodio, come tanti altri che avvengono quotidianamente nelle carceri, segna il fallimento dello Stato nelle carceri e l’abbandono a sé stesso del Personale penitenziario, ormai sempre più solo”.

“Spesso – ha sottolineato ancora il segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria – nelle carceri si tende a stigmatizzare la condizione dei detenuti, ma sono davvero poche le parole di riguardo nei confronti degli operatori e delle Forze dell’ordine, che versano in situazioni gravi e precarie. Rispetto a questo nuovo episodio avvenuto in Sicilia, non sono passate nemmeno 48 ore dalla notizia di un collega aggredito, sequestrato e ‘messo in cella’ a Regina Coeli al fine di sottrargli le chiavi”.

“La tensione nei penitenziari – ha concluso Di Giacomo – è alle stelle e sarà sempre più incontenibile senza provvedimenti e strumenti di assoluta urgenza”.