Agricoltura

Grano duro in Sicilia, produzione di qualità ma resa ridotta. Coldiretti: “Anno difficile per i cerealicoltori”

In un decennio la Sicilia ha perso circa 37mila ettari di superficie e più di un milione di quintali di produzione di grano duro. Quello reso noto dai dati Istat, elaborati da Coldiretti, è un bilancio assolutamente negativo per il comparto agricolo dell’isola.

Il quadro delineato da Coldiretti lancia l’allarme sulla dispersione di uno dei prodotti siciliani d’eccellenza: il grano duro.

Grano duro in Sicilia, bilancio negativo: l’allarme di Coldiretti

L’analisi Istat rivela come il grano duro nel 2012 si estendesse su oltre 301mila ettari in passato, mentre nel 2021 la superficie dedicata alla produzione di questo prodotto si è ridotta fino a 264.000 ettari.

Per il 2022 su una superficie stimata in media con l’anno scorso. Anche se la qualità rimane buona, le rese sono basse e questo provoca l’allarme di Coldiretti.

“Tra le cause di queste perdite c’è l’eterno prezzo non remunerativo, che solo in questi ultimi anni è aumentato seppur a cicli. Il grano duro italiano è pagato agli agricoltori nazionali meno di quello proveniente dall’estero da Paesi come il Canada, dove è coltivato peraltro con l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta, vietato in Italia”.

“Questo è un anno difficile per i cerealicoltori. Il maltempo dei mesi scorsi ha provocato il ritardo della semina per via dei nei campi allagati ma quello che incide di più sono gli altissimi costi di produzione come i concimi e il carburante. I primi sono aumentati più del 100 per cento”.