AGRIGENTO – Nei giorni in cui a Roma si discute della Capitale della Cultura 2025 e la Città dei Templi attende con impazienza la designazione, il territorio è stato al centro di un importante momento dal grande valore culturale. L’Altarolo del XII secolo del Museo diocesano, proveniente dalla Cattedrale, è stato infatti concesso in prestito a La Réunion des Musées Métropolitains (Rouen Métropole Normandie), per essere esposto in occasione della mostra “I Normanni. Migranti. Conquistatori. Innovatori” in programma dal 14 aprile al 13 agosto 2023, presso il Musées Métropolitains di Rouen, in Normandia.
L’opera era partita da Agrigento la settimana scorsa e le operazioni di disimballaggio e allestimento del prezioso manufatto si sono svolte il 27 e 28 marzo alla presenza del direttore del Museo diocesano di Agrigento (Mudia) Domenica Brancato, presente al Musée des Beaux-Arts de Rouen per tutte le operazioni di esposizione. I motivi della richiesta dell’opera sono da ricercare non solo nel valore del bene ma anche nella sua origine e legame con i normanni.
“Nell’arco di cinque secoli – hanno spiegato dalla Diocesi – il popolo dei Normanni, partendo dalle terre di origine affacciate sui mari del Nord e arrivando fino alle pendici più meridionali del Mediterraneo e attraverso il Mar Baltico e l’Europa orientale fino al Mar Nero, seppero diventare da semplici guerrieri, navigatori e nomadi tra culture diverse, potenti principi e mediatori culturali, signori della civiltà europea. L’Altarolo, che è una piccola mensa mobile utilizzata per celebrare la messa al di fuori dei luoghi di culto, è esposto in mostra nella sezione Outremer. La prima crociata, a cui parteciparono anche i Normanni, portò alla fondazione degli Stati Latini d’Oriente, noti come Outremer. Nonostante uno stato di guerra quasi permanente, la produzione artistica in questi nuovi territori latini ha lasciato significative testimonianze e l altarolo agrigentino è uno dei pochi esemplari presenti in Europa”.
L’identità cristiana agrigentina, in modo particolare quella del periodo della rifondazione XI-XIII secolo, è strettamente legata alla cultura normanna e federiciana, le cui tracce sono ancora evidenti nella fabbrica della Cattedrale, edificata tra il 1093 e il 1099 da Gerlando di Besancon, primo vescovo del secondo millennio, a cui venne affidata la diocesi da parte del Conte Ruggero dopo la conquista avvenuta il 25 luglio 1086. L’opera richiesta in prestito è nota come Altarolo dei Crociati, realizzato in legno, ottone, smalti, champleves, argento, diaspro del tipo Hertfordshire Puddingstone, seta rossa, databile tra XII-XIII. Per la particolare tecnica di esecuzione, diversa rispetto alla produzione di oreficerie del laboratorio palatino normanno di Palermo, si allontana dai laboratori siciliani, orientandone la produzione nei grandi centri europei, rendendo il manufatto di rara pregevolezza. La mostra, curata da Sylvain Amic e Nicolas Hatot, sarà accompagnata da una pubblicazione che beneficia della competenza di numerosi specialisti internazionali, e della collaborazione del Reiss-Engelhorn-Museen di Mannheim.
“Ancora una volta – ha commentato Domenica Brancato, direttore del Museo diocesano di Agrigento – grazie al ricco patrimonio ecclesiastico e alle attività di valorizzazione e promozione del Mudia e dell’Ufficio Beni culturali ecclesiastici, Agrigento è stata attenzionata per un evento culturale di spessore europeo. Il prestito dell’opera e il legame con l’origine migratoria dei normanni ha permesso di mettere in prospettiva culturale il fenomeno dell’immigrazione e porre così l’attenzione sull’integrazione delle popolazioni migranti, che non solo cercano una terra e una solidità sociale ma sono anche apportatori di valori culturali come i migranti del passato del passato”.