Agrigento

Agrigento, contrasto al bracconaggio nel territorio montano

AGRIGENTO – Negli scorsi giorni la Sezione operativa Antibracconaggio del Raggruppamento Cites Carabinieri di Roma, coordinata dal Centro Anticrimine Natura Carabinieri Agrigento e col supporto della Compagnia di Cammarata (Ag), ha reso nota la conclusione dell’operazione denominata “Trinacria 2024”, condotta nei giorni scorsi nel territorio montano dell’agrigentino, volta a reprimere fenomeni di bracconaggio: 13 persone denunciate all’Ag (caccia con mezzi vietati, porto abusivo di armi, attività venatoria in periodo non consentito), otto fucili e due esemplari morti di cinghiale sequestrati.

Il Wwf ha espresso il plauso e l’apprezzamento per l’ottima operazione dell’Arma e, soprattutto, dello speciale nucleo antibracconaggio dei Carabinieri Forestali appositamente venuto da Roma in occasione della pre-apertura della stagione venatoria in Sicilia che, come noto, per decreto regionale è iniziata lo scorso 1 settembre con ben un mese di anticipo rispetto alla data autorevolmente suggerita dall’Ispra (Istituto superiore Protezione e Ricerca ambientale).

Tanti cacciatori denunciati nei primi giorni di pre-apertura

“I numeri di questa operazione sono gravi e preoccupanti perché denunciano una situazione di illegalità diffusa e sfacciata – ha dichiarato Ennio Bonfanti, referente ‘fauna’ del Wwf Sicilia e membro del Comitato regionale faunistico-venatorio dell’Assessorato Agricoltura -, se solo nei primi giorni di pre-apertura della caccia e solo in un piccolo ambito dell’agrigentino ci sono stati così tanti cacciatori denunciati, allora significa che in Sicilia l’apertura della stagione venatoria equivale ad un massacro di legalità e di fauna”.

Caccia e bracconaggio fuori controllo in Sicilia

“Ormai da anni denunciamo – ha proseguito Bonfanti -, inascoltati dalla Regione, che in tutta l’Isola caccia e bracconaggio sono fuori controllo: i 25 mila cacciatori regionali hanno la quasi certezza di non incappare in nessun controllo, consapevoli della scomparsa pressoché assoluta di vigilanza venatoria. Uniche eccezioni sono la Polizia provinciale di Ragusa e le Guardie volontarie Wwf, le quali già nei primissimi giorni dell’apertura hanno sanzionato diversi cacciatori nel Nisseno”.

“In queste condizioni di assenza di controllo del territorio, la Sicilia rappresenta una vergogna europea, un “mattatoio” a cielo aperto che rischia di distruggere il patrimonio della fauna migratrice che transita nel Mediterraneo. Per questo – ha proseguito Bonfanti – rinnoviamo ancora una volta l’accorato appello all’Assessore regionale all’agricoltura Salvatore Barbagallo a sospendere immediatamente la scellerata apertura anticipata della caccia che sta alimentando il bracconaggio più selvaggio”.

“In ogni caso la Regione – ha concluso Bonfanti – deve subito promuovere ed avviare una straordinaria azione di implementazione della vigilanza venatoria in tutte le nove province siciliane, perché cinque mesi di stagione venatoria di caccia in queste condizioni sarebbero un disastro ambientale intollerabile”.