Agrigento

Agrigento, progetto di sensibilizzazione per la tutela del mare

AGRIGENTO – I porti di Menfi, Sciacca e Porto Empedocle saranno i protagonisti della campagna di raccolta e rimozione dei rifiuti in mare promossa da Confcooperative–Fedagripesca Sicilia, nell’ambito del Po Feamp 2014-2020, misura 1.40 “Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili–Lettera A”.

Il progetto, è stato presentato nei giorni scorsi a Porto Empedocle e ha l’obiettivo non soltanto di informare ma soprattutto di sensibilizzare la cittadinanza sul problema dei rifiuti in mare. “Il nostro mare – ha spiegato Nino Accetta, presidente di Federagripesca – sta soffrendo tanto, non sta bene e questo è sotto gli occhi di tutti. L’impegno che la nostra associazione mette in atto è proprio quello di sensibilizzare i diversi tipi di utenti, pescatori, subacquei, bagnanti, turisti, operatori economici, residenti lungo la costa”.

“Adesso – ha aggiunto – la Legge Salva mare ci da una mano d’aiuto sulla collocazione dei rifiuti, il che consente ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti invece di scaricarla in mare”.

Nella campagna sono coinvolti un gran numero di pescherecci distribuiti lungo l’intero tratto di costa compreso tra i porti di Menfi, Sciacca e Porto Empedocle, che provvederanno a raccogliere i rifiuti in mare e a riportarli a terra consegnandoli a una ditta di smaltimento che provvederà al trasporto e successivo smaltimento degli stessi.

“Quello che troviamo in mare – ha sottolineato Leonardo Catagnano, dirigente responsabile del Servizio 4 Dipartimento Pesca mediterranea – ha un tempo di decomposizione altissimo. Basti pensare che ci vogliono due mesi per un torsolo di mela, tre mesi per un cartone di latte, fino ad arrivare ai vent’anni per una busta di plastica o ai 450 anni per un pannolino o delle mascherine chirurgiche o addirittura al tempo indeterminato della bottiglia di vetro. Rifiuti che non soltanto ostacolano la pesca, ma soprattutto creano un grande inquinamento ambientale”.

Ad abbracciare il progetto anche il Flag (Fisheries local action group), per sostenere interventi di controllo e pulizia dei fondali che oltre ad avere un fine dimostrativo gettano le basi per la prosecuzione delle attività di questo tipo in futuro.